Con Magis la certificazione entra nella filiera

Data:


Con Magis la certificazione entra nella filiera

Dicenbre 2013. Ogni viticoltore italiano sa quanto piacere porti ogni giorno il suo vino sulle tavole di tutto il mondo. Lo dimostra il primato raggiunto quest’anno dall’Italia a livello mondiale. Per arrivare a questo traguardo ci vuole impegno, passione e grande attenzione a fare bene tutto, dalla vigna alla bottiglia. Perché in un calice di vino c’è molto più di quello che si vede: il rispetto per il territorio, la qualità degli ingredienti, la cura di chi ci ha lavorato. Da oggi, con magis, questo impegno verso l’ambiente e la sostenibilità è riconosciuto e riconoscibile in etichetta.  Dopo anni di lavoro e perfezionamento, quattordici aziende vitivinicole italiane ricevono oggi la certificazione magis e altre cinque delle oltre centoquaranta aderenti la riceveranno a breve: i loro vini certificati potranno così utilizzare il marchio magis sulle bottiglie, perchè prodotti nel pieno rispetto di un protocollo tra i più avanzati al mondo, che prevede la gestione del vigneto secondo innovative tecniche di agricoltura di precisione e dove ogni intervento è sapientemente misurato, controllato e tracciato, all’insegna di una produzione responsabile e trasparente verificata da un ente di certificazione indipendente.

Magis certifica un “modo di fare” fondato su alcuni principi differenzianti: il rispetto per la Terra e per il Cliente consumatore; il “fare sempre meglio” come vocazione e modello etico di riferimento; una profonda e dettagliata conoscenza del processo produttivo e della materia prima. Per chi acquisterà una bottiglia di questi vini, quindi, magis si tradurrà in una garanzia di sostenibilità, trasparenza e credibilità, grazie anche al coinvolgimento a monte di un Comitato tecnico-scientifico composto da importanti università, centri di ricerca, associazioni e aziende private e presieduto da Attilio Scienza, Università degli Studi di Milano.
“L’agricoltura di precisione è principio fondante di magis – afferma Scienza – e cioè fare solo quel che serve, dove e quando serve, migliorando la sostenibilità della vitivinicoltura e la salubrità del vino. Che non significa “biologico” ma “fare” e produrre con un rispettoso ed equilibrato senso della misura, frutto dell’esperienza e della collaborazione tra produttori, tecnici e ricercatori.” 
Il protocollo magis, infatti, fornisce una vera e propria guida pratica per la gestione sostenibile del vigneto, in linea con i disciplinari di produzione integrata regionali e delle normative europee e nazionali, ed è in costante divenire; viene, infatti, aggiornato dal Comitato tecnico-scientifico con le novità via via fornite dalla ricerca e dall’esperienza delle migliori aziende e dei migliori enologi italiani.

“La nostra corale adesione a magis – dice Emilio Defilippi, produttore e vicepresidente di Associazione Enologi Enotecnici Italiani, partner di magis – nasce dal fatto che questo modo di fare vino si è dimostrato in grado di ridurre ogni operazione al minimo indispensabile, mantenendo inalterata la qualità e l’unicità di ogni singolo vino. E’ un “supervisore” affidabile, competente e con il senso della misura, che rassicura sulla qualità e sul valore del vino.”

Le aziende e i prodotti che godono della certificazione di Magis

Le aziende che sono candidate alla prossima certificazione per almeno un vino:
Bepin De Eto
Castello di Cigognola
Librandi Antonio & Nicodemo
Medici Medici Ermete & Figli
Zecchini

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

l’IA rivoluzionerà tutto…anche il Retail

L'IA impatterà il mondo ed il retail in modo particolare. Dalla logistica agli acquisti, i processi verranno con ogni probabilità rivoluzionati. È meglio prepararsi per evitare di prendere l'onda del cambiamento in faccia.

Chi ha ucciso Clevi?

Clevi, startup creatrice di un sistema di rilevazione e comparazione dei prezzi retail applicati online, ha chiuso i battenti per mancanza di clienti e fondi, nonostante potesse apportare valore al mercato. Chi sarà interessato ad acquisirne proprietà intellettuale e strumenti di rilevazione?

Una nuova rivista di retail. Perché?

RetailWatch torna dopo 4 anni, in un momento sfidante per il retail nazionale ed internazionale, riprendendo lo stile e gli argomenti per cui è diventato famoso.