Pietro Barilla: la Marca è sentimento

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Pietro Barilla: la Marca è sentimento

Aprile 2013. Difficile fare un ritratto o un profilo di Pietro Barilla e ricordarlo a 100 anni dalla nascita. Ho intervistato una volta sola, nel 1990, Pietro Barilla sotto la regia di Albino Ganapini, il suo assistente: passato e futuro si sono sempre mixati attorno al fondatore dell’attuale gruppo industriale che ha sempre sostenuto il valore del Gruppo: “Barilla non è una marca di pasta, ma il nome della nostra famiglia”. E questo continua a valere soprattutto oggi, quando si parla di futuro.

Francesco Alberoni, per ricordare i 100 anni dalla nascita, ha scritto una biografia “Pietro Barilla: tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio, Rizzoli”, basata su documenti ufficiali e privati e bisogna partire, giocoforza, da questa lunga intervista nella quale Pietro Barilla parla al presente raccontando la storia del gruppo su stimoli del conduttore. Un libro che è un eccelente esempio di biografia industriale: produzione, management, prodotti, Marca, consumi, rapporti industria-distribuzione, c’è proprio tutto. Cercate il capitolo nel quale si ricostruisce il rapporto Barilla-Esselunga (pag. 224), quando il retailer toglie la Marca Barilla dai suoi lineari per la guerra dei prezzi. Un esempio di stretta attualità che vale per tutta la business community. Leggete, soprattutto, come si chiude questa querelle: al centro ci sono le persone, che è quel che conta, con tutti i loro punti di forza e di debolezza, raccontati con leggerezza ma significanza.

Il libro è un lascito di storia e soprattutto di futuro. Verso la fine dell’intervista è ricostruibile il decalogo che Pietro lascia ai suoi figli, al suo management, alla business community.

Ecco alcuni punti:
. Il quinto: fare la pace con tutti.
. Il sesto: anticipare il futuro.
. Il settimo: migliorare sempre la produzione.
. L’ottavo: creare nuovi prodotti, ma buoni, superiori all’antico.
. Il nono: scegliere bene i collaboratori, creare una comunità di persone.
Il decimo: il bello è contagioso e produce altra bellezza.

Come dicevamo sono punti sui quali riflettere, il futuro di tutti e dell’Italia, degli imprenditori ma anche dei lavoratori, dei cittadini, della società nel suo insieme. È nell’osare, sempre, soprattutto nei momenti di crisi che si vedono le persone, la rettitudine, l’onestà intellettuale, la visione, le visioni. Un libro da tenere in vista sulla scrivania.

Ha fatto bene, allora, Luigi Bordoni nel ricordare l’opera di Pietro Barilla e il suo discorso alla prima Assemblea di Centromarca. È il 1966, le aziende che aderiscono all’associazione sono venti. “Dopo quindici anni di sviluppo impetuoso –dice Barilla- l’industria di marca è ora in prima linea ma questo non solo e non tanto perché l’industria di marca investe somme ingenti in pubblicità, ma perché abbiamo saputo intraprendere un’azione di rinnovamento, spesso anticipando le esigenze dei consumatori e indicando loro nuove possibilità, nuove soluzioni… attraverso una forma dinamica di offerta, caratterizzata da innovazione continua per soddisfare il crescente bisogno di servizio che i nuovi modi di vita richiedono”. È, lo sottolineiamo nuovamente, il 1966. Una lezione che continua tuttora. Gli ha fatto eco Francesco Alberoni: “La Marca è un partito, un’ideologia, una filosofia, un’esperienza, un sentimento, orgoglio, uno stile di vita”.

Non c’è altro da aggiungere: la costruzione della reputazione, ieri come oggi e soprattutto domani, parte da qui. Per ricordare l’uomo e l’imprenditore Barilla il gruppo ha deciso di lanciare un concorso: 10 borse di studio sull’innovazione per 40.000 euro di valore ciascuna (vedere il sito barillaperigiovani.it).

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