2013: Iva, Liquidità, Promozioni, Prezzi, Produttività…

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2013: Iva, Liquidità, Promozioni, Prezzi, Produttività…

Aprile 2013. Abbiamo provato, come lo scorso anno, a fare un rank delle variabili di scenario che aspettano la business community nel corso di quest’anno.

Gestione

1. Problemi di liquidità.
Sia per effetto dell’Art. 62 sia per la stretta finanziaria imposta dalle banche.
2. Svalutazione degli immobili.
Gli immobili perdono peso e importanza nella capitalizzazione dell’impresa distributiva e non.
19. Ricentraggio sul core business
Ultima, ma non meno importante scelta strategica, il ricentraggio sul core business. Coop ha dismesso il canale discount e la sua insegna Dico. È una scelta dolorosa ma necessaria per mantenere la leadership negli altri canali di vendita. Molte aziende, volenti o nolenti, saranno obbligate alla stessa scelta.
3. Aumento della quota di mkt delle store brand.
Questo è un trend che dovrebbe durare per molti anni. Sia le store brand orizzontali, sia quelle trasversali (ad. Es: benessere) sia le superpremium (ad Es.: Fior Fiore). A soffrirne maggiormente sono i brand follower dell’IDM
4. Aumento della quota di mkt del discount
Nel 2012 la crescita del discount è stata notevole. Aumenta la forchetta fra il primo della classifica (Eurospin) e tutti gli altri.
5. Cambiano le promozioni.
Perdono peso le promozioni classiche, aumentano i tagli prezzo (quelli veri) come lo sconto sulla spesa (es: Carrefour per gli over 65) o lo sconto per una spesa successiva con il buono sconto. Numerose le iniziative per buoni sconto sulla spesa successiva e per acquistare carburanti. Coop, specialmente Adriatica, ha rinnovato gli sconti ai cassintegrati. Alcuni retailer non stampano più il volantino cartaceo a favore dell’on line.
8. Calo delle vendite a mq.
Nielsen recentemente ha rilasciato una release che sottolinea come a parità di mq le vendite siano diminuite di fatto in tutti i canali. Solo il discount riesce ad aumentare le vendite a mq, probabilmente intercettando clienti dagli altri canali di vendita.
9. Calo della marginalità dei punti di vendita.
Questo è un trend che dura da qualche anno e, ahinoi, durerà ancora per vari motivi: obsolescenza delle reti di punti di vendita, maturità dei canali di vendita della GDA, assenza di innovazione vera e nuovi formati, subalternità culturale della GDA all’IDM, difficoltà anche ammnistrative a ibridare le varie formule.

Rapporti IDM-GD

7. Aumento della concorrenza di prezzo orizzontale e verticale.
La battaglia di prezzo è sia fra retailer e retailer sia fra brand dell’IDM e store brand del retailer. Una battaglia delicata che vede forze in campo diverse fra loro a seconda della categoria merceologica.
11. Peggioramento condizioni di solvibilità finanziaria dei retailer.
Argomento delicato. Abbiamo pubblicato diverse opinioni su questo aspetto che sarà reso più evidente dall’applicazione dell’Art. 62. che comporterà un’uscita di cassa di 5,6 mld, pari all’11,8% del fatturato. Questo porterà a un ricorso a un indebitamento medio-lungo con il raddoppio degli oneri finanziari. Secondo uno studio di DGM Consulting il nuovo livello di oneri finanziari è sostenibile perché il reddito operativo/oneri finanziari rimane vicino all’1. Diverse aziende dovranno ricapitalizzarsi.

10. Aumento dei prezzi di alcune materie prime.
Le materie prime già da tre anni sono state oggetto di speculazione finanziaria fra le peggiori. Siccome parte dai paradisi fiscali (a cominciare dalla Svizzera) è quasi impossibile individuare e porre freno alle scorribande dei raider.
13. Aumento degli sconti in fattura.
In una intervista concessa lo scorso anno da Francesco Pugliese di Conad a RetailWatch lo scenario prossimo venturo suggerisce appunto il prezzo netto. Tutti concordano, almeno a parole, con questa tesi, ma ancora non si vede granchè all’orizzonte. Sarà proprio l’Art. 62 il momento della svolta in questa direzione?
14. Riduzione del n° referenze di marca IDM.
Il lineare di vendita non è una lunghezza elastica e tantomeno variabile: per ogni referenza che entra, a rigor di logica, ne dovrebbe uscire un’altra. Questo molte volte non succede per una sorta di miracolo (vedete voi a che santo affibiarlo). Ma un nuovo tipo di contratto IDM-GDA dovrebbe costringere i distributori a rivedere la struttura degli assortimenti.
17. Aumento del numero di punti di vendita dell’IDM.
Tema non trattato ma secondo RetailWatch di grande attualità: l’IDM ha necessità di fare retail.
18. Aumento dell’Iva.
Vedremo dopo le elezioni cosa succederà. Per il momento la proposta di aumento dell’Iva formulata da Confindustria ha portato alla minaccia di uscita dalla Confenderazione di Centromarca

Consumi

12. Riduzione delle quantità acquistate dai consumatori.
I consumatori già da tempo stanno assecondando questo trend anche se le il big size è ancora il modello preferito sia nell’IDM del largo consumo sia in quella del farmaceutico. Forse converrebbe che l’industria studiasse confezioni più piccole. Nelle promozioni si tende ancora aggiungere confezioni anziché toglierle.
15. Aumento delle vendite di primi prezzi.
Fino ad oggi hanno avuto una vita stentata molte volte per colpa dei retailer che non hanno investito gran chè in questa direzione. Come si fa a dire che non aumenteranno di quota di mercato? Perché li si tratta male?
17. Aumento del numero di punti di vendita dell’IDM.
Tema non trattato ma secondo RetailWatch di grande attualità: l’IDM ha necessità di fare retail.

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