Web e Food: binomio ormai da sfruttare appieno

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Web e Food: binomio ormai da sfruttare appieno

Gennaio 2013. Scrive il Censis, in una recente ricerca per Coldiretti, che per parlare di relazionalità, di comunità, richiede un’attenzione specifica oggi alle tante opportunità legate alle nuove tecnologie Ict, vere e proprie piattaforme che ampliano la relazionalità possibile. Infatti, i device di generazione più recente (smartphone, tablet, netbook, ecc.) favoriscono la pratica intensa e continuativa dei social network grazie alla connettività totale. Nel nostro Paese i social network, la modalità più significativa di relazioni in Internet, coinvolgono il 31% degli italiani; per quasi il 50% degli utilizzatori dei vari social network non c’è una demarcazione netta tra la community virtuale e la comunità locale, perché proprio dalle relazioni nei social network si generano iniziative nel territorio in cui vive.
In pratica, esiste ormai una sorta di virtuale di prossimità in cui la piattaforma Ict è lo strumento per dare continuità alle relazioni, magari orientarle verso obiettivi e attività concrete, che creano relazioni locali, lontano dal mito negativo del navigatore solitario.

Il ruolo delle community del cibo
Quello che è interessante è la tendenza a formare community, aggregati di individui uniti da interessi, passioni, valori comuni; così ci sono oltre 415 mila italiani che dichiarano di partecipare regolarmente a community sul web centrate sul cibo, e sono invece complessivamente oltre 1,4 milioni quelli che ci partecipano, inclusi coloro che lo fanno di tanto in tanto.
E’ invece oltre il 29% a dichiarare di fare ricerche sul web per confrontare prezzi, qualità dei cibi; non lontano da 15 milioni di persone nel complesso lo fanno, e in particolare sono oltre 5,7 milioni a farlo regolarmente. C’è una potenza aggregatrice del cibo che si dispiega anche sul web e che si materializza in una pluralità di comportamenti e, tra questi, spicca la tendenza alla formazione delle community che danno continuità alle reti virtuali. Si tratta di una continuità che si esprime anche in forme di relazionalità materiale, che per quote significative vuol dire partecipazione a iniziative sui territori in cui vivono.

Fonte: indagine Censis/Coldiretti

La trama di relazioni descritte ha come effetto netto quello di contribuire a tenere insieme, con una estrema articolazione di modalità e motivazioni una soggettività che è di suo votata all’autoaffermazione e che per questo rischia di diventare sempre più autoreferenziale lasciando gli individui soli.
Se molto si è riflettuto sulla portata economica delle iniziative di vario tipo afferenti al rapporto con il cibo, il vino, la tipicità localistica, sul loro potenziale rivitalizzatore rispetto ai vari contesti territoriali, si tratta anche di focalizzare il valore sociale, di produzione di relazionalità, di comunità che è legato a queste attività.
Finita la prossimità classica, quella della vicinanza fisica (del vivere porta a porta), a contare è sempre più per gli individui la rete familiare, ampiamente intesa, che tende a ridefinirsi anche nella prossimità; ci sono poi reti di relazioni legate a temi chiave in cui il cibo gioca un ruolo di primo piano. Con la salute e la sanità, l’enogastronomia è tra i temi più capaci di generare community e relazionalità sul web.
 

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