E se dopo la crisi non tornasse più niente come prima?

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E se dopo la crisi non tornasse più niente come prima?

Il contesto generale. Assistiamo alla perdita di valore degli asset famigliari: la casa, i risparmi. La preoccupazione per il lavoro proprio ma anche per il lavoro che non c’è o precario dei figli, dei parenti. Sono in aumento delle spese obbligatorie: luce, gas, benzina, trasporto, salute. Il clima generale, il sentiment negativo hanno un impatto diretto sulle vendite.

– Il driver di acquisto. Non è vero che l’unico driver delle vendite, dicono le ricerche, sia il prezzo basso ma è la convenienza, intesa come equilibrio tra valore e qualità del prodotto-bene da acquistare.

– La multicanalità di acquisto. È in aumento il numero di canali di vendita visitati ed è anche per questo che si abbassa lo scontrino medio, si spalma su più visite diverse.

– Mobilità di ritorno. Questa tabella di fonte Nielsen ci descrive i comportamenti di acquisto e di consumo negli Usa, non tutto torna ai valori precedenti

 

prima della recessione

durante la recessione

post recessione

 

2005-2007

2008-2009

2010-2011

visite in più canali

66%

66%

66%

visite al supercenter

24%

29%

24%

mangiare fuori casa

36%

52%

46%

mangiare in casa

36%

48%

40%

scelta di valore

19%

34%

31%

coupon

22%

35%

37%

– Polarizzazione. Prosegue e si intensifica la polarizzazione dei consumi, praticamente in tutte le categorie merceologiche.

– Riformulazione del concetto di valore. Il valore non è il prezzo ma il bilanciamento fra prezzo e benefici ben visibili.

– Benefit prima di tutto. Effetti della polarizzazione in alcune categorie merceologiche.
Yogurt mainstream              vs        yogurt greco
Caffè mainstream                vs        caffè premium
Cioccolato mainstream        vs        cioccolato premium
Pasta mainstream                vs        pasta salutistica, di territorio

– I driver della comunicazione. I nuovi driver della comunicazione sono: connessione, humor positivo, sentimenti (possibilmente genuini e veritieri, neh!: ndr), senso della famiglia.

– Il valore delle donne. È proprio necessario ricordarsi che le donne controllano e influenzano i 2/3 della spesa e il 95% ha ben presente il concetto di brand e di qualità: bisogna raccontare la produzione, la filiera, evitare i pack densi di tutto di più e in pratica nulla. La donna vuole informazioni veritiere, dirette, ben comprensibili.

– I mezzi di comunicazione. Oltre la tv generalista c’è anche quella tematica, c’è la comunicazione via internet, di comunità, specializzata (come RetailWatch: ndr).

Queste note sono state redatte tenendo conto delle seguenti fonti: Symphony Iri, Astra, Eurisko, Nielsen, FutureConceptLab

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