10 indicazioni di Symphony-Iri sul consumatore UE
Giugno 2012. Una recente ricerca di Symphony-Iri Group condotta in tutti i paesi europei e in Usa permette di fare il punto sulle tendenze nei mercati FMCG e di vedere alcune differenze da paese a paese-
1. Il consumatore è in recessione. Prosegue l’incertezza del futuro che attende l’eurozona, solo la Germania può vantare dati positivi evidenti dell’aumento del reddito nazionale, anche se Francia, Uk e Olanda hanno il segno più. L’aumento dei prezzi si accompagna all’idea di recessione e il consumatore sta cambiando i comportamenti di consumo e di risparmio. Nonostante il volume di acquisto stia diminuendo, il prezzo finale del basket continua a salire.
2. È di moda essere frugale. Continua la ricerca della convenienza e delle promozioni, ed è diverso il modo di informarsi e informare su questo argomento rispetto al passato.
3. I volumi di vendita sono sotto pressione. Il consumatore sta comprando meno in volume, sia nel food ma soprattutto nel non food. Curiosamente questo accomuna tutti i paesi europei tranne la Germania e soprattutto la Spagna che nei primi sei mesi del 2011 ha segnato un +4%, rispetto all’anno precedente, negli acquisti di food.
4. È finita l’epoca di consumi di massa e di sprechi. Il modo migliore per risparmiare è quello di acquistare e consumare di meno. In Europa ormai domina la lista della spesa e il confronto di prezzi per ridurre gli acquisti di impulso. Tre quarti dei consumatori confronta i prezzi per rendere la spesa più sostenibile.
5. Continua la crescita delle store brand. Il basket fatto di sole store brand fa risparmiare circa il 30% della spesa. I comportamenti di acquisto si stanno polarizzando fra store brand e grandi marche, anche se questo non significa che la marca non sia sotto pressione. Anche le store brand, del resto, si stanno polarizzando e, curiosamente, quelle di fascia alta stanno andando molto bene.
6. Le marche continuano a investire nell’innovazione. In UK su 3.500 referenze lanciate negli ultimi due anni circa la metà appartenevano alle categorie del food e delle bevande; il loro contributo alla crescita della categoria è basso: 2,6% in media. Comparato con quel che succede nelle categorie del personal care, dove i nuovi prodotti contribuiscono alla crescita della categoria per il 6,3%, la dice lunga sulle difficoltà che incontra l’industria di marca nell’affermare la sua innovazione nei mercati più maturi.
7. Nuova pressione promozionale. La pressione promo non è omogenea e ha raggiunto in Uk il 54%, negli Usa è stata del 39%, del 27% in Italia, del 20% in Olanda, del 19% in Spagna e in Francia e del 13% in Germania.
8. Fedeltà erosa. È chiaro che la pressione promozionale erode il concetto di fedeltà soprattutto verso i brand nazionali che si trovano in difficoltà perché il consumatore cerca le promozioni in più insegne e in più canali. Negli Usa lo shopping avviene in 4 o 5 canali e riguarda circa il 70% dell’universo dei consumatori di quel paese.
9. Convenience store? Il convenience store sta aumentando le attese dei clienti europei anche se in ogni paese convenience si declina in modo diverso. In Francia, ad esempio, è il click and collect ad affermarsi: fa risparmiare tempo e fa controllare la spesa. In UK il convenience è on line e questo prefigura sicuramente sempre più l’uso di internet e dello smart phone.
10. Confusione nelle categorie. La necessità di assecondare i desideri e i bisogni dei consumatori sta facendo fibrillare di iniziative sia le industrie sia i retailer. Questi ultimi stanno lanciando nuove linee e approfondendo quelle vecchie con qualche idiosincrasia, come nel caso di Tesco Finest, l’alto di gamma delle store brand, che compete in alcune categorie addirittura con il primo prezzo industriale. Segno dei tempi?
"…Each one of the seven countries surveyed…" 7 Paesi sarebbero "tutti i paesi europei" ? A me risulta che in Europa ci siano 51 Stati riconosciuti dall'ONU