Advertising nelle toilette? No, grazie, pensate a qualcos’altro
Giugno 2012. Chi ci conosce sa bene che uno dei punti di analisi del retail di RetailWatch sono le toilette.
Questa intenzione che documentiamo di rendere la toilette un media ci sembra davvero di cattivo gusto perché non è il luogo adatto a fare branding, ma neppure comunicazione e neppure commercio. Le poche macchinette che si vedono nelle toilette sono dedicate alla vendita di preservativi. Non è neppure questo il luogo per questo tipo di vendita, ma ci siamo quasi assuefatti, ma alzi la mano chi ha mai comprato una scatola di preservativi con questa modalità. Bene, non vediamo mani alzate. Non ci spiegate, per favore, che, secondo la ricerca del tal istituto persone che affluiscono alla toilette sono ben contente di vedere la pubblicità mentre si lavano le mani o, addirittura sulla porta prima di uscire.
Non è di questa innovazione che il commercio ha bisogno per aumentare i consumi. E poi diciamocelo francamente: aumentate la frequenza con cui si puliscono le toilette e i clienti ve ne saranno grati.
Di massima condivido il commento. Il media "toilette" sebbene possa avere potenzialità pubblicitarie (comunque da verificare e, secondo me, soltanto per alcuni tipi di merceologie) non potrà mai funzionare se vengono tenute sporche e malandate e poco accoglienti (mai viste in toilette belle e pulite come quelle del filmato). L'atteggiamento di chi entra in bagni pubblici e quello di starci il minor tempo possibile cercando di toccare meno cose possibili. Questa tipologia di comportamentonon è positivamente ricettivo ad alcun messaggio, anzi potrebbe avere effetti negativi sul brand. Unica alternativa che mi viene da suggerire, potrebbe essere quella di veicolare un messaggio al contrario tipo "questo bagno è sporco perchè non si usa il prodotto X"…. C'è qualche azienda che vuol tentare l'esperimento?