Maggio 2012. Dopo l’esperienze di lavoro sul data crunch (il riallineamento delle informazioni fra retailer e produttori) effettuato dagli omonimi istituti in Gran Bretagna e Belgio, anche Indicod-Ecr Italia hanno deciso di affrontare questo capitolo (spinoso e complesso).
Le ricerche svolte dicono che queste inefficienze valgono decine e decine di milioni di euro. In Gran Bretagna si stimano costi per l’industria, se non verranno presi correttivi, di almeno 800 mln di euro nei prossimi 5 anni e ulteriori 350 mln in mancate vendite. In Belgio il grado di inconsistenze nel campione considerato tra il 50% e il 70% ha un costo stimato di 130 mln di euro all’anno.
RetailWatch ha chiesto a Massimo Bolchini di fare il punto sulla situazione: “Diversi recenti studi hanno verificato che la qualità dei dati nel settore grocery è ancora molto bassa –dice Bolchini-. Dati non corretti o mancanti hanno impatti negativi, in termini di costo, sull’intera supply chain (dall’ordine al pagamento) ma hanno anche impatti diretti sulla logistica (trasporto, magazzino, disponibilità a scaffale,…) e sulle vendite”.
Il primo step
Obiettivo: verificare la situazione della qualità dei dati di anagrafica prodotto. Confronto dei dati estratti dai sistemi ERP di:
– 4 distributori
– 4 produttori
– 100 items / prodotti
Supporto accademico / scientifico attraverso collaborazione con un’università (TBD). Al progetto partecipa anche Sas Italy.
Sono stati individuate I criteri per selezionare produttori e distributori e I prodotti, nonchè gli attributi considerati.
I risultati
I primi risultati saranno resi pubblici il prossimo anno.