Gennaio 2012. Le food court londinesi hanno alcune caratteristiche che il filmato di RetailWatch vuole sottolineare.
Etnicità: le proposte si adeguano alla popolazione metropolitana e alle sue provenienze etiche. Già il nome indica la specializzazione alimentare per paese e quella merceologica, non c’è spazio per la pura fantasia.
L’offerta: è varia e c’è una scala prezzi (da quelli più alti a quelli più bassi) con un’offerta differenziata dal mezzogiorno alla sera. I piatti sono davvero numerosi in tutte le insegne.
Prezzi: sono competitivi in assoluto verso le formule orizzontali e verticali
Ambientazione: anche i corner più ridotti di superficie hanno una precisa ambientazione, nonostante siano aperti verso la piazza e possono confodersi.
Sedute: diversi spazi utilizzano sia le sedute comuni (fino a 10 posti) dove i clienti sono gomito a gomito (come Le pain quotidien) e tavoli da 2 e da 4. Frequenti le poltrone, ormai adottate dopo Starbucks. Rispetto ai classici fast food c’è più confort.
Servizi: quasi tutti offrono il take away e gli ingredienti per produrre a casa il loro piatto preferito. Questa è la costante di fondo dell’offerta di horeca londinese.
Comunicazione: ricca, ben articolata e motivante verso l’acquisto.
Attrezzature: ampiamente professionali per le cucine, è finito da tempo la possibilità di improvvisare. Per gli allestimenti delle sale l’investimento è cresciuto, alcuni usano memorabilia.
Pulizia: alcune volte lascia a desiderare, nei momenti di punta, la pulizia dei tavoli.
Personale: non c’è mola professionalità, a volte si vede chiaramente che ci sono studenti che tentano di fare il cameriere.
Toilette: molte volte sono distanti dalla food court e alcune volte bisogna chiedere per raggiungerle velocemente