Amazon unisce l’on demand e la fisicità del negozio: il caso 4Star a NY
Ottobre 2018. Nel secolo precedente il modello di vendita di qualsiasi ragione merceologica è sempre stato il self service. I retailer formavano il loro concept e i loro assortimenti cercando di indovinare i bisogni e i desideri dei consumatori. I retailer erano in pratica dei selezionatori di prodotti e di brand. Avevano lanciato le carte fedeltà, ma le avevano usate poco per capire i comportamenti di acquisto.
I dati di vendita nel food erano (sono) raccolti da Nielsen e IRi grazie al riconoscimento dei codici a barre negli scanner delle casse.
Sul finire del ‘900 ecco comparire l’on demand o meglio sarebbe dire l’one demand, la richiesta del singolo. Parallelamente si sono sviluppati una miriade di modelli di personalizzazione. I dati dell’on line non circolano, se non a livello macro e sono i nuovo petrolio delle aziende on line.
Quello che sta avvenendo è un cambiamento di acquisto epocale che continuerà e prenderà derive per il momento ancora non conosciute.
Il modello dell’on demand si basa sugli algoritmi e sui big data. I retailer on line e adesso anche fisici hanno a disposizione una miriade di dati e di conoscenze dei comportamenti di acquisto impressionanti. Li usano per personalizzare l’offerta, nell’on line e adesso anche nell’off line.
Amazon incarna meglio di altri il campione di questo cambiamento. Il suo payoff è: mettiamo al centro il consumatore. Cioè: caro consumatore ti dò quello che desideri perché conosco i tuoi acquisti e i tuoi desideri.
Nei libri è stata quasi una cavalcata, proprio grazie all’algoritmo. Le librerie fisiche hanno avuto seri problemi. E da questo settore è iniziata la conquista di tutti gli altri.
Contemporaneamente Amazon ha sviluppato un sistema logistico per consegnare sempre più in fretta i prodotti.
Nel food è entrato dapprima con Prime nell’e-commerce poi ha lanciato la superette AmazonGo, eliminando le casse. Parallelamente ha acquisto WholeFoods diventando un retailer brick&mortar.
Arriviamo ai giorni nostri con l’apertura di 4Star, il primo negozio di non food, basato nel cuore di Manhattan, New York, quasi a dire: vi spiego come si vende il non food, in crisi ovunque, grazie al mio algoritmo e alla conoscenza del consumatore, che è realmente al centro del mio sistema di vendita, i dati che ho lo confermano. In questo negozio di non food, come nelle librerie gran parte dell’assortimento è scelto, infatti, grazie proprio ai dati di vendita della piattaforma on line.
La domanda è questa: siamo davanti a un nuovo modello di business e di negozio? La risposa è parzialmente si. Qui i commessi, come nelle librerie di AmazonBooks, sono di fatto dei riordinatori. Per rispondere alle domande dei clienti usano i tablet e di fatto implementano l’algoritmo di conoscenza dei comportamenti di acquisto.
È un nuovo modello di vendita e per il consumatore di acquisto, virtualfisico potremmo sintetizzare, tutto da scoprire.