Le domeniche sono un falso problema. Pensate a nuove idee e modelli

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Le domeniche sono un falso problema. Pensate a nuove idee e modelli

Settembre 2018. In questi giorni in cui si discute in Parlamento della legge che ridurrà in maniera significative le aperture domenicali, è il caso di definire lo scenario in cui questa sarà applicata.

Il retail fisico va a gonfie vele. Si aprono nuovi negozi, si assumono sempre più persone, su cui si investe in formazione e gli si garantiscono stipendi congrui.

Il Centro Commerciale Auchan di Cinisello ha chiuso poco dopo l'apertura non per il fatturato deludente o perché fosse uno dei centri commerciali più brutti mai concepiti ( a me ricorda i centrini all'uncinetto di mia nonna, purtroppo non lo si può far sparire con la stessa facilità), ma perché sapevano con anni e anni di anticipo che le domeniche di apertura sarebbero state limitate dall'attuale Governo.

Solo se questo fosse lo scenario si spiegherebbe la reazione compatta del mondo della distribuzione al provvedimento del Governo che si avvia a diventare legge in tema di orari dei negozi.

Nel Retail regna sovrana la confusione o come ricordava l’ad di Unes, Mario Gasbarrino pochi giorni fa sui social, siamo tutti pirla.

A Novembre ci si straccia le vesti perché negli USA è stato pubblicato un rapporto sulla crisi dei Centri Commerciali, intitolato sobriamente Retail Apocalypse.

Gli Americani scoprono oggi la crisi dei Centri Commerciali, che alla periferia dell'Impero, cioè noi assaporiamo da un po'. Ma finché non lo leggiamo scritto in inglese facciamo finta di nulla.

Ad Aprile esulta per l'inaugurazione del Centro Commerciale di City Life. Evidentemente l'open bar all'inaugurazione non serviva solo alcolici ma anche altre sostanze psicotrope. Perché l'impressione è che per quanto rimarrà aperto sarà un flop commerciale. Food court di successo, mentre nella galleria commerciale ci si può giocare a bocce.

Oggi, ci si ubriacherà di caffè americano da Starbucks, che a scanzo di equivoci, perché il mercato è cambiato e Milano non è Chicago, non ha aperto la sua solita caffetteria, ma un sontuoso cafè degno della Belle Epoque.

I manager della distribuzione davvero credono che con le aperture domenicali si fronteggi la concorrenza  dell'ecommerce? Di cui, per inciso, ci si è accorti con un decennio di ritardo.

Ritengono sinceramente che le aperture domenicali possano tenere in vita ai limiti dell'accanimento terapeutico formule commerciali pensate per un mondo che non c'è più?

Insomma, sperano che se i negozi sono aperti di domenica la gente accorrerà ancora a lungo a frotte in negozi brutti, dagli assortimenti surreali a prezzi improbabili, dove il personale è ridotto al lumicino, è svogliato e non ha la più pallida idea di quello che sta vendendo?
Sebbene nel retail i casi di successo di innovazione profonda non manchino, è un settore ancorato ad un modo di pensare da aritmetica della scuola elementare:
+ promozioni, prezzi + bassi, + referenze poi – referenze, orari + lunghi.  + metri quadri poi – metri quadri.
Nessuno vuol negare l'importanza della Domenica per il fatturato.

Provate però a pensare, come puro esercizio mentale, a chiudere uno o due giorni.

Il vostro fatturato ne risentirebbe poi così tanto?

Certo, meno giorni di apertura significa meno ora lavorate ovvero meno occupazione.

E l'occupazione vi sta a cuore.

Volete andare incontro alla Retail Apocalypse che suona la quarta delle sue sette trombe investendo su addetti al ricarico degli scaffali?

Forse, per il bene della vostra azienda e per il bene dei lavoratori dovreste puntare e investire su professionalità e competenze che ancora non avete o che avete in scarsa quantità.

Tempo fa, il responsabile marketing di una nota catena di elettronica affermò, dal tavolo dei discussant ad un convegno, che solo un "pazzo" poteva comprare una lavatrice on line.

La catena com'è ovvio è andata a ramengo. In un mondo giusto, quel manager venderebbe lavatrici porta a porta. Come il folletto, ma più pesante.

Non siamo però in un mondo giusto.

Abbiamo gli scaffali grondanti di prodotti che urlano slowness e sostenibilità tuttavia non siamo capaci di immaginare un business che sia tale nel suo complesso.

Da un po' si parla di slow applicato al marketing. Peccato che per alcuni dei suoi cantori, Wal Mart sia la massima espressione dello slow applicato al Retail. Insomma, poche idee (per usare un eufemismo) ma tanto confuse.

Paradossalmente, qualche giorno di chiusura in piú potrebbe essere un bene perché toglierebbe un'alibi a cui molti si aggrappano.

Se pensate che bisogna competere con Amazon sul suo stesso terreno, fate prima a mandargli un CV.

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