Luglio 2019. Dice il Censis in uno studio per Conad (I miti dei consumi, il consumo dei miti) che la scelta di spendere le proprie risorse da parte del consumatore piuttosto che tenerle ferme dipende in modo decisivo e non contornabile dalla capacità di beni e servizi di dare a ciascun consumatore un valore soggettivo specifico e distintivo, che ne incontra magari bisogni inerti o più ancora valori e desideri, in modo da stimolare ad acquistare accettando in molti casi di pagare un prezzo mediamente più alto rispetto a beni omologhi.
Fonte: elaborazioni Censis su dati Istat
Resta il fatto che in dieci anni il potere di acquisto delle persone sia diminuito del 6,3%, le attività finanziare stentino a reggere il passo, mentre aumenta il peso dell’uso dei contanti, ben il 16,3%. Quest’ultimo è un dato sul quale riflettere perché contiene al suo interno l’area grigia di chi non dichiara reddito.