Febbraio 2020. Per decidere di comprare questo libro basterebbe dire che Febo Leondini è riuscito a farsi fare la prefazione dal professor Carlo Alberto Carnevale Maffè della Bocconi che han inanellato due paradigmi fantastici e la post fazione dal professor Matteo De Angelis della Luiss che parla della ineluttabilità del cambiamento nell’horeca. Ma a Leondini non sono bastati i due professori e allora ha scomodato due svedesi:
. Ray Oldenburg, sociologo urbano americano che ha scritto diverse tesi sull’horeca
. Claes Oldenburg, artista che ha incentrato le sue opere sul consumo e il consumismo e Leondini le ha usate per intervallare i capitoli.
Il titolo del volume è volutamente criptico, Il Symposio di Ray, Input edizioni, 15 euro, ed è una citazione dell’Oldeburg scrittore che parlava dell’horeca e del fuoricasa come del terzo settore. Ma se vi pare davvero criptico sarete ripagati da una quantità di dati e di analisi sull’horeca che mancano nel panorama delle ricerche nel nostro paese. L’horeca è ancora adesso un settore grigio dove la trasparenza, parare di RetailWatch, è opinabile e sulla trasparenza mancata molte aziende dell’ingrosso e dell’industria di marca hanno costruito patrimoni invidiabili.
Febo Leondini nella sua ricostruzione storica, ricostruzione soprattutto economico-finanziaria, ma anche sociale, riesce a datare i passaggi storici dell’horeca fin dai quasi carnevaleschi gazzosai fino ad arrivare alle aziende strutturate dell’ingrosso di oggi, motivando con i numeri dei bilanci di gestione tutti i passaggi. Numeri che sicuramente mancano a molti operatori. Mancano oggi anche alle aziende del retail tradizionale e on line e dei mall dei centri commerciali che devono convertire le food hall e che devono convertirsi all’integrazione della somministrazione, diventando essi stessi operatori anche dell’horeca.
Qualche passo del libro:
. L’accettazione dell’eliminazione del contante e l’abolizione della presunta perdita di relazionalità con i clienti. Terreno spinoso, quello dei pagamenti ma che è affrontato da Leondini con chiarezza e con i puntini sulle i al momento giusto.
. I numeri sui valori immobiliari degli uffici e dei capannoni, uno dei beni delle attività dell’horeca e sui quali c’è volatilità.
. La sostenibilità, argomento di estrema attualità, che addirittura Leondini osa affrontare nel titolo con un secco: “Ma quanto inquina la distribuzione?”, proponendo due tesi e molti numeri su casi di logistica precisi e documentati.
E molte altre cose.
Se decidete di comprare il libro, soffermatevi al capitolo su Cognitive operation assistant e sulla piattaforma di intelligenza artificiale, perché è ora che il settore evolva davvero, dopo essersi in parte concentrato. L’architettura proposta è sintagmatica e su questa il professor Carnevale Maffè ricava uno dei suoi paradigmi.
. Ma da anche una lettura dei megatrends che impattano sull’horeca:
- La diminuzione numerica delle aziende,
- L’aumento delle dimensioni delle aziende che rimangono,
- La diminuzione dei margini di intermediazione,
- La diversificazione dell’offerta fra omnicanalità e ibridazione delle formule distributive,
- Le difficoltà dei processi logistici.
Verso la fine troverete un capitolo che vale da solo la spesa dei 15 euro: “Tempo dell’azienda e tempo del cliente”, un tema di strategia aziendale ma anche di marketing strategico che propone una differenza che è un po’ la cartina dell’evoluzione dell’horeca.
La bibliografia conferma il carattere estroverso di Febo Leondini: è la bibliografia di chi è un po’ teorico e un po’ manager e un po’ operatore di terreno dell’horeca.