Febbraio 2020. In un precedente articolo abbiamo commentato il primo Paradiset aperto dalla catena a Stoccolma (leggi qui).
Oggi commentiamo l’evoluzione di questo concept, ospitato al -1 del department store NK. Una struttura commerciale architettonica, severa, che non concede molto al visual ma tanto alla funzione d’uso e alla razionalità.
Si tratta di un corner di circa 300 mq, senza possibilità di mangiare all’interno, come invece avviene nel flagship di Soderlmam, un quartiere popolare. Il corner è ospitato all’inizio della grande galleria dedicata al food restaurant, con diverse soluzioni.
Probabilmente gli amanti dell’insegna rimarranno un po’ delusi dalla essenzialità visiva, non da quella assortimentale, perché l’assortimento è assai compatto con una scala prezzi articolata e ben visibile in ogni singola categoria. Certo: non c’è l’esplosione dell’ortofrutta, qui assai limitata, come del resto nella gastronomia, ma nel confezionato si trovano molte sorprese e, francamente anche un ordine più strutturale rispetto a Soderlmam. C’è meno empatia e le singole gondole appaiono decisamente piene e lo spazio per ogni singola referenza e ridotto all’osso, senza sbavature.
Da notare le avancasse, che in realtà sono post casse, cioè gondole dopo il pagamento, la maggior parte dei prodotti sono salustici, con tanti saluti ai pastigliaggi.
La sostenibilità di Paradiset, NK department store, Stoccolma
Coerenza fra il posizionamento e la sua realtà 5
Distintività e rilevanza versus i competitor 5
Rapporto experience-prezzo 4
Sostenibilità 5
Attenzione alle nuove tecnologie e all’innovazione 4
Attenzione ai millenials 4
Attenzione ai senior 4
Creazione di una community 4
Trasparenza 4
Scala di valori da 1 a 5, 1 basso, 5 elevato