Che ne sarà dei cluster di acquirenti e consumatori disegnati dal Censis? Tornerà tutto come prima dopo il coronavirus?

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Maggio 2020. Il Censis nel suo Rapporto Annuale 2019, ragionava così sui comportamenti di acquisto e di consumo. Cosa succederà dopo gli anomali comportamenti del #coronvirus? Tornerà tutto come prima?

Ecco le sei categorie disegnate dal Censis:

  1. Ibridi, in cui prodotti e servizi sono a volte indistinguibili, a volte all’origine di una entità completamente nuova, come per i cibi cucinati consegnati a domicilio dagli operatori del food delivery (3,8 milioni di italiani vi fanno ricorso regolarmente) o per diverse forme di sharing di beni e servizi (2,8 milioni di italiani).
  1. Evolutivi, con qualcosa in più o in meno a livello merceologico o nei processi produttivi e distributivi, come ad esempio i prodotti salutari per intolleranze e allergie, vere o presunte (8 milioni di italiani vi ricorrono con regolarità e altri 17,9 milioni di tanto in tanto), quelli per diete particolari (12,2 milioni di acquirenti abituali), quelli bio (11 milioni) o quelli altamente sostenibili (5,5 milioni di consumatori acquistano con regolarità prodotti valutati equi e solidali).
  1. Di alta qualità percepita e del lusso, con 15,7 milioni di italiani che acquistano regolarmente prodotti tipici certificati, Dop e Igp, e 2,2 milioni che comprano cibi o bevande di prestigio, come vini di alta qualità, champagne, caviale, tartufi, ecc.
  1. Esperienziali, con 8,8 milioni di italiani che partecipano regolarmente a sagre locali, 6,7 milioni che acquistano prodotti direttamente dalle aziende produttrici, 5 milioni che fanno viaggi e vacanze in territori di enogastronomia e 3,7 milioni che partecipano a vari eventi centrati su specifici prodotti o servizi che poi acquistano.
  1. Dai processi trasparenti e tracciabili, visto che 33,4 milioni di italiani leggono con attenzione le etichette dei prodotti alimentari e 22,6 milioni vogliono comprare prodotti locali, possibilmente a chilometro zero.
  1. Sperimentali, con 4,3 milioni di italiani che consumano regolarmente cibi asiatici (sushi, tofu e piatti cinesi) e 17 milioni che lo fanno di tanto in tanto.

«Nella scelta di cosa comprare nel mondo alimentare entrano in gioco tanti “ingredienti” che concorrono alle scelte: il cuore e

la mente, i sensi e il portafoglio.

E ognuno combina il proprio mix come preferisce e come può», commenta Marco Cuppini, direttore della comunicazione e della ricerca di GS1 Italy.

A corollario di questo quadro, il Rapporto Coop descrive l’insicurezza degli italiani e il loro desiderio di nuove rassicurazioni. Anche se i reati sono in calo e comunque ampiamente inferiori alla media europea solo il 19% (33% di europei) è pienamente convinto di vivere in un posto sicuro. E da questa inquietudine derivano comportamenti conseguenti: in 18 anni sono cresciuti di oltre il 20% i sistemi di allarme installati nelle abitazioni, nel 2018 sono +50% su Google le ricerche da parte degli italiani di “armi per difesa personale”, mentre le licenze per porto d’armi sono cresciute nello stesso arco di tempo di un +13,8%.

Fonte: Censis e Rapporto Coop 2019, via 1 anno di Tendenze, GS1 Italy

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