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Febbraio 2020. Il Mozambico è un “Paese in via di sviluppo”, con parti rilevanti della popolazione che vivono in condizioni di estrema povertà, ma ha abbondanza di risorse minerali e naturali: il “boom” del carbone, nella prima parte di questo decennio, ha dato spinte vigorose.
Tuttavia, quando i prezzi delle materie prime sono crollati, tutto si è arrestato; oltretutto il Paese si è trovato coinvolto in uno scandalo politico finanziario.
Dopo l’arresto di alcuni individui e l’imminente estradizione del precedente ministro degli Esteri negli Stati Uniti, l’attenzione è tornata a focalizzarsi sulle scoperte del sottosuolo.
Rubini e altre pietre preziose sono in fase di estrazione e il rinvenimento di un nuovo giacimento d’oro si è aggiunto al forte richiamo dell’esplorazione dei minerali.
Eppure questi grandi investimenti assumono minore importanza, se confrontati con quelli (da svariati miliardi di dollari) che stanno avvenendo nell’esplorazione del gas naturale.
Anadarko, dagli Stati Uniti, è stata tra i primi a intervenire (con un impegno confermato di 25 miliardi di dollari), l’ENI, dall’Italia, è coinvolta con un mega progetto e Sasol, dal Sud Africa, ha annunciato che, a breve, un giacimento di gas sarà oggetto delle sue esplorazioni.
Aziende note come Exxon Mobil ed altre ancora si uniranno alla fila, per esplorare le risorse di gas.
Si stima così che, nel prossimo decennio, il Mozambico sarà il secondo maggiore esportatore di gas al mondo, dopo il Qatar.
L’effetto a catena del “boom” si farà sentire in tutto il Paese quando numerose industrie intercetteranno l’indotto: il riferimento ovvio è agli alloggi, alle altre strutture per l’ospitalità e l’intrattenimento, alla distribuzione di cibo ed a quant’altro possa essere richiesto da lavoratori e specialisti.
Ma come partecipare a questo allettante mercato ?
Insegne quali Pick’n Pay, Food Lovers Market (dal Sudafrica) e Continente (dal Portogallo) hanno formalmente lasciato il campo dei supermercati a Shoprite (fondata nel 1979, quartier generale in Sud Africa e maggior retailer africano con circa 3.000 negozi sparsi su 15 Stati), oltre che ad alcuni imprenditori SPAR locali.
Rimane però particolarmente laborioso, sul territorio, un operatore impegnato sia nel settore della distribuzione all’ingrosso che al dettaglio, ben adattato ai recenti cambiamenti ed in rapida crescita: si tratta di Terramar Mozambique Lda, di cui RETAIL WATCH ha esaminato il negozio situato nella capitale, Maputo.
Terramar serve supermercati e negozi commerciali in Mozambico, il settore alberghiero e dell’ospitalità (ristoranti, panetterie e caffetterie), nonché tutte le principali società di catering che hanno stabilito una presenza in zona per assistere i numerosi nuovi clienti (miniere per l’esplorazione del gas, mense di fabbrica, sale dei consigli direttivi).
Una grande parte delle attività di Terramar è rivolta al “settore informale”, che soddisfa le esigenze di acquisto di quelle persone che preferiscono fare acquisti nel mercato di strada (informale) piuttosto che negli ambienti formali del supermercato.
In Mozambico, le aziende che cercano di raggiungere tutti i mercati di cui si è detto hanno la possibilità di istituire centri di distribuzione e impiegare la popolazione locale. Alternativa ulteriore per raggiungere gli obiettivi sarebbe quella di utilizzare distributori già esistenti, da tempo stabiliti nel Paese.
Fondata da Toni Diogo, circa due decenni fa’, l’insegna, poco alla volta, ha sviluppato il marchio per diventare il più grande grossista di alimenti (secchi, freschi e congelati) del Mozambico, nonché un distributore di articoli generici per la casa (carta e materiale per la pulizia).
Il negozio
Con una superficie di 10.000 m2 a Bagamoio–Maputo, il negozio è l’ultima aggiunta alla gamma (Nacala e Malanga hanno dimensioni inferiori, pari a circa 5.000 m2 ciascuno).
Oltre all’ampio spazio per l’espansione delle merci secche, è stata pianificata una vasta area per “refrigerati” e “congelati”.
Sterminate celle frigorifere possono contenere fino a 1.800 tonnellate di prodotto: esse hanno un’enorme capacità, eppure queste sono cifre che si riferiscono solo al negozio Bagamoio; l’intero gruppo vanta infatti 2.056 m2 di spazio per il congelato, con una capacità di 3.120 tonnellate di prodotto.
Il negozio Bagamoio è una sorta di “modello ibrido”, abbastanza insolito per chi conosce gli schemi europei: serve anche persone che desiderano acquistare all’ingrosso.
Il negozio è dotato di un reparto di prodotti deperibili, nonché di “sezioni superfresche” di macelleria, gastronomia e pescheria.
E’ stato ritenuto che l’unico modo per selezionare, ordinare e spedire la corretta varietà di prodotti per il Mozambico era esplorare il mondo: i fornitori locali sono supportati al massimo, ma le loro capacità sono evidentemente limitate.
Sono stati istituiti due “uffici acquisti”.
Il primo, situato a Gauteng, è preposto agli articoli provenienti dal Sudafrica.
L’ufficio di Lisbona, non provvede soltanto all’approvvigionamento da fonti portoghesi (il Mozambico ha un legame storico con il Portogallo, da cui ottenne l’indipendenza nel 1975), ma anche da aree diverse (europee e sudamericane, tra tutte).
Il risultato è che un gran numero di container arriva su strada e via mare, ogni settimana, per alimentare Terramar.
L’anno scorso, oltre 500 container sono stati convogliati sul mercato di consumo del Mozambico.
L’azienda rappresenta in modo esclusivo alcuni marchi sudafricani (gelati Ola, margarina Rama e spezie Crown National) e portoghesi (caffè Torrie, olio Gallo, frutta e verdura in scatola Frami, legumi Trevi, spezie Paladin, carta Renova, Carni lavorate Primor).
Essa si è spinta persino a sviluppare le proprie “etichette private”: Nutro nei prodotti alimentari e Newfresh nei generi non commestibili.
Alla condizione “buona qualità-basso prezzo” è stata assegnata la priorità.
La strategia è imperniata sulla lungimiranza, in particolare sulle positive attese che riguardano il futuro dello Stato.
Diogo ha così dichiarato, con fondato ottimismo: “…abbiamo investito molto in questo Paese e non vediamo l’ora di servire molti nuovi fornitori da varie parti del mondo“.
Terramar occupa il 9° posto nel rapporto stilato da KPMG: “Le prime 100 aziende del Mozambico“.
Il gigante sta dunque svegliandosi ?
RETAIL WATCH eventualmente potrebbe fornire contatti utili alle attività (sia industriali che distributive) interessate a sviluppare strategie globali nel mercato del Mozambico.