Lo scaffale banalizzato dell’olio ha bisogno di una revisione
Aprile 2018. L’olio è uno dei prodotti, insieme alla carta igienica, più banalizzati del largo consumo. È perennemente sul volantino di tutte le insegne con sconti diversi. Impossibile sapere il prezzo vero.
Recentemente sono andato a visitare un’azienda diversa, Zucchi, che ha fatto dell’attenzione all’ambiente e alla sicurezza, all’etica e alla qualità, un posizionamento difficile da mantenere viste proprio le condizioni commerciali e di comunicazione dell’olio. Giovanni Zucchi quando descrive i suoi reparti produttivi, i prodotti, ha il pensiero rivolto altrove. Probabilmente proprio alle modalità per superare il pasticcio grande dello scaffale della GDO.
I suoi oli sono tutti tracciati sul sito, sia l’Evo 100% italiani, sia i blend comunitari, sia il bio, sia gli Evo Dop e Igt. Ha poi una linea consigliata da Legambiente, “un olio giusto e sostenibile” sottolinea Giovanni Zucchi, con un disciplinare volontatrio che non si limita alle leggi attuali, ma va ben oltre.
Il ruolo del blending
E poi c’è il blending. In questo Zucchi somiglia molto a Illy e al suo caffè di arabica, modello produttivo e di consumo imposto dalla preveggenza di Ernesto Illy e che tuttora tiene banco.
Sul blending Giovanni Zucchi ha scritto addirittura un libro, L’olio non cresce sugli alberi, edito da Lupetti. Dice Zucchi che “L’arte del blending è la capaictà di immaginare e creare il carattere di un olio unendo oli di cultivar e provenienza diversi, armonizzandone i profumi e i gusti, per ottenere un prodotto diverso dagli ingredienti di partenza”.
Il problema è come bucare con questa filosofia e questi prodotti un lineare volgarmente banalizzato. Non può bastare il packaging, anche se ha mostrato di essere diverso nella concezione e nel visual, servirebbe un po’ più di fiducia da parte dei buyer e dei category, immersi nel miraggio del prezzo e della promozione.
I consumatori vorrebbero prima la qualità
Eppure l’olio diverso, sostenibile e tracciabile, registra acquisti importanti negli specializzati: un’occhiata ai loro lineari di vendita è sufficiente per capire un’altra filosofia e un’altra visione del mercato.
Il prezzo e la promozione non vanno di certo demonizzati, ma vanno sviluppati con attenzione e moderazione intelligente, incentrati su un ottimale rapporto qualità prezzo, dove, prima di tutto viene la qualità e poi il prezzo, almeno così dicono le ricerche sui comportamenti di acquisto di tutte le varie Nielsen, IRi, GFK.
Non ne siete ancora convinti?