State pensando all’IOT? Leggete prima questo saggio di Maciej Kranz
Febbraio 2018. La connessione è il futuro. Possiamo già oggi misurare il presente in gradi connessione. Dal grado zero rappresentato dall’instant messaging, alle piattaforme di condivisione dati professionali come Slack. Ma è chiaro che non ci fermeremo a questo. L’idea (al tempo) visionaria del villaggio globale è ampiamente superata per i business nati negli ultimi dieci anni: si tratta di realtà flessibili, sempre più flessibili. I documenti Drive ci permettono di lavorare da paesi diversi come se ci trovassimo alla stessa scrivania e mentre i computer diventano sempre più simili a smartphone, gli smartphone diventano sempre più simili ai computer (sì, nel futuro c’è lo smart working).
E poi c’è l’IOT. Viviamo in un’epoca che troppo spesso teme il progresso tecnologico. Serie TV come Black Mirror (Netflix) innestano nel nostro immaginario un avvenire distopico (ma non troppo- il giusto) in cui la tecnologia sfuggirà al nostro controllo. Un futuro in cui subiremo l’innovazione.
Si tratta, appunto, di quadri facili che attecchiscono senza resistenze nella nostra concezione di futuribilità. Il mondo cambia ogni giorno e noi arranchiamo appresso alla sua corsa: avere timore è legittimo. Ma immaginare un domani migliore per il singolo individuo (e che, al contempo, vada a beneficio delle aziende) è cosa buona e giusta.
Lo smart working comporta un abbattimento di costi per le realtà aziendali, a partire dai salari. La retribuzione non viene più modulata sulla base dell’orario di lavoro ma dell’obiettivo lavorativo fissato con il datore, generando maggiore efficienza ed efficacia nel raggiungimento dei risultati lavorativi attraverso una combinazione di flessibilità, autonomia e collaborazione. I vantaggi del lavoro agile si percepiscono sia a livello produttivo che di Employer Branding: le realtà che adottano lo smart working godono infatti di maggior prestigio agli occhi dei giovani che entrano nel mercato del lavoro.
Per quanto riguarda il privato, invece, si parla di una gestione digitale a livello complessivo, in cui avremo il controllo in remoto di ogni componente del luogo che abitiamo.
Mentre attendiamo la legislazione che regolerà questo nuovo panorama (e che sarà la grande sfida sul piano legale negli anni a venire), possiamo solamente osservare come la nostra vita cambia. Come la gestione del nostro tempo muta di anno in anno, dalla professione agli affetti.
Un mondo in cui gli oggetti acquisiranno intelligenza è già di fatto una realtà, non una previsione. L’interconnessione tra ciò che noi consideriamo inanimato e l’utente, tramite una globalizzazione della Rete, è quello che già facciamo quando nel Retail, ad esempio, viene utilizzato il People Couting: un dispositivo che ci indica quante persone sono entrate nel punto vendita e cosa hanno osservato con maggiore interesse. Per l'utente finale il vantaggio si traduce nella possibilità di ricevere campagne e offerte sempre più mirate sulle proprie preferenze. Ricorda qualcosa?
Mettere la testa sotto terra è impossibile: il futuro non è più qualcosa da attendere seduti alla scrivania- il futuro ci viene a cercare. Noi possiamo solo abbracciarlo e tentare di comprenderlo. I vantaggi (e anche gli svantaggi) li vivremo sulla nostra pelle.
Maciej Kranz ha pubblicato con Franco Angeli (Connetti la tua impresa all’IOT, 30 euro ben spesi) 269 pagine che proiettano le imprese, ma anche i consumatori-cittadini, in un mondo che non solo si intravvede, ma che è realtà, seppur a macchia di leopardo. Delinea nuovi modelli di business, economici e operativi, che, da imprenditore, devono essere meditati e affrontati.
Leggete il capitolo 8, sugli errori più comuni e come evitarli. Gli errori da soluzioni non mature, è un passaggio topico, come quello dei parcheggi degli autoveicoli. Implementare soluzioni IOT isolate, a meno che si stia sperimentando, porta a complicazioni a cascata sul business. Come del resto non prevedere, dopo le prime implementazioni, soluzioni aggiuntive di filiera e allargate.
Sono dei suggerimenti preziosi sia per chi sta ancora osservando l’IOT, sia per chi ha già mosso i primi passi.
Come del resto devono essere presi in considerazione i problemi di sicurezza che Maciej Kranz elenca con puntigliosità.
Insomma: buona lettura e soprattutto buon IOT, per un futuro rassicurante per l’impresa e per i clienti.