Quando l’imprenditore mette la faccia nell’ortofrutta: il caso Abate-Selex
Dicembre 2017. L’ortofrutta si sa è il biglietto di presentazione dei supermercati, indica:
. la freschezza,
. la vicinanza al mondo contadino e alle materie prime utilizzate nei prodotti confenzionati,
. la stagionalità (quando c’è),
. l’alternanza prodotti sciolti-confezionati,
. il prezzo-termometro nel fare la spesa.
RetailWatch ha già commentato l’apertura italiana di GrandFrais/BancoFresco a Beinasco (To) e il suo modo di fare informazione nei lineari dell’ortofrutta, un modo nuovo per l’Italia.
Guardate invece cosa sta facendo il gruppo Roberto Abate (associato Selex) in Sicilia: mette in campo addirittura l’imprenditore, Roberto Abate, per pubblicizzare i prodotti locali siciliani. Con tanto di foto (alla Armani) pubblicizza U Jardinu, il giardino, i prodotti delle mie terre. È un caso interessante perché:
. i consumatori non conoscono l’imprenditore,
. avvicina le persone,
. sottoscrive un patto di fiducia in una categoria delicata, dove non si può sbagliare,
. certifica il controllo di qualità,
. racconta un modo di fare imprendutoria.
Chi vi viene in mente asimmetricamente? Giovanni Rana? Esatto, l’imprinting è lo stesso, il risultato forse no, perché mettere la faccia nell’ortofrutta è molto più rischioso che nella pasta e nei sughi (senza nulla togliere nulla a Giovanni Rana).