Luglio 2016. Siamo al terzo confronto e ci occupiamo questa volta di “cura della persona”. E questa volta, vincono facilmente le marche industriali. Così facilmente che viene da chiedersi: come mai la marca del distributore, MDD – in generale, un’insegna o l’altra – non ha mai sviluppato una presenza forte e convinta nel mondo degli shampoo, dei bagnoschiuma, etc? Non parlo di prodotto –che, come sempre, esula dalle mie competenze. Parlo di branding: qualunque confezione prendiamo, di qualunque catena, la sensazione rispetto alle marche industriali è di offrire un prodotto basico, così tanto basico da trasferire un senso di pauperismo. E forse sta qui la barriera che la marca del distributore dovrebbe decidersi a superare: offrire prodotti convenienti che riescano però a gratificare chi li usa. Auto-coccola, gratificazione, dedizione sono importanti nel mondo della cura della persona.
La felicità del risparmio
Per questo, più ancora che in altre categorie, siamo felici di risparmiare ma non vogliamo sentirci “poveri” né noi né il prodotto che acquistiamo. La confezione che ogni giorno ritroviamo dentro la doccia ci deve accogliere con generosità: una generosità che può variare a seconda delle marche, dalla tecnologia alla natura. Ma sempre generosità deve essere. Il giorno che qualche marca commerciale decidesse di provarci davvero, allora dovrebbe pensare a creare dei sub-brand, a confezionare proposte esteticamente significative, a pensare al momento doccia che spesso è uno dei veri momenti tutto per noi.
Silvia Barbieri