Il Museo della Merda: il coraggio di rompere il canone
Maggio 2016. Da anni sono tantissime le occasioni in cui riscopriamo il valore e il ruolo centrale della natura, per noi e per il pianeta. Ma ci siamo abituati ad uno storytelling estetizzante, a volte spettacolarizzato, altre volte reso poetico, oppure drammatico. Ma pur sempre una natura filtrata da una estetica e per questo resa un’idea di natura. Dal packaging al cinema, dai mercati all’architettura, ci siamo abituati a una natura “umanizzata”, con gradienti di intervento diversi ma sempre presenti.
Bene, il Museo della Merda a Castelbosco, Piacenza – aperto durante l’ultimo salone del Mobile a Milano – ha rotto questo paradigma. Ha mostrato la natura fino in fondo, nella sua essenza, senza paura e senza poesia. Una natura cruda, una natura natura. In qualche stanza del Museo capita di imbattersi in qualche schermo, sia esso un vecchio televisore o una montagna di vecchi computer. E anche questo è un incontro interessante. A più letture: è archeologia la mucca e archeologia il computer? Sono – mucca e computer – due componenti oggi essenziali della nostra natura? Chi rende “antico” l’altro?
Dopo tanti sogni di natura, arriva la natura: il premio vinto dal Museo è totalmente meritato per coraggio, unicità, novità del senso. Aspettiamoci tanti futuri proseliti.
Silvia Barbieri
DISTINTIVITA’ 5
COERENZA 5
RILEVANZA 5
VOTO TOTALE 5