Lillo/MD+LD: la protezione alla fonte dei prodotti
Novembre 2015. Il gruppo Lillo, che riunisce le insegne discount MD e LD, ha affrontato in un modo originale la protezione alla fonte dei principali prodotti in assortimento. Per farlo si è affidato alla professionalità di CheckPoint Italia. Ecco come si sono succedute le diverse operation alla luce di quanto esposto da Massimo Rovelli, responsabile per tutte le insegne di Lillo, durante il Barometro mondiale dei furti nel retail di CheckPoint.
Il Gruppo Lillo realizza 2 mld di vendite con 725 pdv, 6 depositi in tutta Italia, con una movimentazione di 200 milioni di colli. Lillo detiene una quota di mercato del 15%, dopo il leader Eurospin. Ha un assortimento di ca 2.500 referenze, che ruotano mediamente ogni 15 gg.
Innanzitutto Rovelli si è imposto e ha condiviso con le altre funzioni aziendali un costo di protezione che non intaccasse la marginalità e il prezzo finale dei prodotti oggetto di protezione, che hanno una elevata rotazione. La protezione alla fonte è un ottimo deterrente contro i furti, l’etichetta è difficile da individuare, alcune volte è allocata nel prodotto, è più sicura perché non si possono alterare le diciture di legge. La prima operazione affrontata da Rovelli è stata di carattere culurale, sia nei confronti delle funzioni interne a Lillo sia nei confronti dei fornitori.
. Nel 2010 si sono verificati i primi test,
. Nel 2012 è stata ffrontato il problema della protezione alla fonte sui 100 articoli più rubati. Sono state installate da CheckPoint le barriere antitaccheggio interne ai pdv MD.
. Nel 2014 c’è stata una battuta di arresto per l’incorporazione della rete LD ed è stato studiato un altro conto di costi,
. Nell’aprile 2015 sono stati coinvolti 208 articoli (arriveranno entro breve a 240 referenze). Sono stati installati dovunque impianti antitaccheggio cassa-cassa ed è stato protetto l’intero assortimento, perché 500 referenze coinvolgono il 40% dell’impianto inventariale.
. Nel non food (oggi il 5% del fatturato) le referenze più in vista sono state inscatolate e allarmate.
Una riduzione del 47%
A questo punto Rovelli ha dovuto affrontare nuovamente il nodo: diminuzione delle differenze inventariali vs la protezione del margine e ha istituito con il presidente Patrizio Podini una nuova visione aziendale.
. Il buyer gestisce un apposito budget per la protezione dei prodotti alla fonte che non va a intaccare il margine frutto della contrattazione con i fornitori.
. Le differenze inventariali sono diminuite del 47%.
. Nessun costo è stato caricato sul singolo prodotto.
. Sono stati abbandonati quasi del tutto i collari per le bottiglie e le protezioni in store (tranne forse il caso di Nutella della Ferrero che non ha accettato di mettere le apposite etichette nel suo prodotto di punta e il personale MD-LD ha dovuto applicarlo a mano nel pdv).
L’investimento è stato di 1,8-2 mio di euro ed è stato applicato anche un ritorno sull’investimento lavorando ancora con i fornitori.
RetailWatch crede che il caso del Gruppo Lillo serva di esempio a tutta la business community per ragionare sulla protezione alla fonte dei prodotti.