Vincenzo Tassinari: la passione, i valori, la visione

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Vincenzo Tassinari: la passione, i valori, la visione
 
Dicembre 2015. Vincenzo Tassinari ha scritto (con Dario Guidi) “Noi, le Coop Rosse” Rubettino, 14 euro. Con Falce e Carrello di Bernardo Caprotti e Tra l’asino e il cane di Francesco Pugliese sono tre libri che fanno il punto della situazione sulla distribuzione moderna in Italia. Caprotti ha scritto un libro di denuncia contro le Coop, Pugliese e Tassinari, pur togliendosi qualche sassolino dalle scarpe, analizzano in modo più ampio il commercio italiano partendo dalla società e dalla legislazione restrittiva, per tutti, che condizionano la vita delle aziende con le mancate liberalizzazioni, almeno dopo le lenzuolate di Pierluigi Bersani.
 
Concentriamoci sul libro di Tassinari, visto che abbiamo già recensito gli altri.
 
Vincenzo Tassinari è stato per lungo tempo la Coop più che Coop Italia, almeno dopo l’addio a Ivano Barberini. Ha parlato, si è sbracciato, si è arrabbiato quando non venivano capiti i valori delle imprese di cooperazione e del ruolo della cooperazione di consumo nel sistema del capitalismo avanzato nel quale viviamo. È stato un buon Presidente, è stato un buon politico (negli anni ’90 aveva avvicinato Coop e Conad, capendo che stavano arrivando le multinazionali francesi della distribuzione) e un buon amministratore destreggiandosi fra le cooperative e i presidenti, le loro realtà e i loro problemi. L’esperienza di Coop e del supermercato di Coop del futuro lo si deve a lui, in primis e a Marco Pedroni che l’ha poi realizzato fisicamente e qui bisogna sottolineare il ruolo che ha avuto l’innovazione in Coop da parte di Tassinari.
 
Il libro è a metà storico, di storia economica e sociale italiana, e a metà è di contenuto più cooperativo. Visto che deve essere venduto non anticipiamo nulla e rimandiamo ai diversi capitoli. Quello che sorprende è che nonostante la sua uscita da Coop Italia, non proprio voluta, Tassinari prosegua a parlare dei valori della cooperazione con la passione (sanguigna) di sempre. E alla cooperazione al suo ruolo futuro dedichi diverse pagine che dovrebbero far riflettere ogni manager intellettualmente onesto sulla necessita di fare il proprio lavoro con passione e amore, sempre, anche nei momenti più difficili.
 
Merce rara davvero e che non si vende sugli scaffali della gdo.
 

 
In questa intervista a RetailWatch spiega che il libro è stato un atto di giustizia verso la cooperazione ma anche verso la distribuzione moderna, da sempre bistrattata da governi e da politici il più delle volte disattenti che non si sono accorti che i servizi, e la distribuzione, hanno e fanno da anni da locomotiva economica. E sempre con onestà intellettuale e con schietteza si rammarica perchè imprenditori come Agnelli, Benetton e Berlusconi non abbiano saputo leggere il valore strategico delle imprese di distribuzione che avevano in portafoglio e le abbiano vendute al miglior offerente, con poco spirito di servizio al paese.
 
Alcuni fallimenti di cooperative distributive, dice Tassinari, non possono però far di tutta l’erba un fascio e condannare tutto il sistema cooperativo etichettandole con il termine spregiativo rosse o peggio comuniste.
 
 
Ma il momento della presentazione è anche un momento di festa, lo dimostra questo episodio raccontato da Marco Pedroni, presidente di Coop Italia. Più anedottico, infatti, ma non troppo, è il ruolo della poltrona in consiglio di amministrazione su cui sedeva Vincenzo Tassinari di Coop Italia che, metaforicamente, ma non troppo, avevano i segni dei proiettili esplosi dai vari presidenti contro Tassinari. Più saggiamente Pedroni, con il suo arrivo, ha cambiato la vecchia poltrona con una nuova di zecca.

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