Barilla-Tno: ecco la stampante 3d per la pasta
Maggio 2015. "L'idea – spiega il direttore del settore ricerca e sviluppo di Barilla, Michela Petronio – è nata in un meeting con i ricercatori olandesi del Tno, tre anni fa. Loro volevano esportare la tecnologia della stampa 3D al settore alimentare e la pasta è sembrata il prodotto ideale: è liquida, semplice, fatta solo di acqua e semola".
Il progetto è ancora sperimentale, ma il prototipo di stampante è al padiglione del FutureFoodDistrict di Coop all’Expo. Nel campo della tecnologia alimentare significa un orizzonte di dieci anni per capire come andrà a finire, ma sta dando buoni risultati. "La prima volta ci abbiamo messo 20 minuti per stampare un singolo pezzo di pasta – spiega Petronio – dopo due anni ci mettevamo due minuti a farne quattro, adesso siamo vicini a stampare un piatto di pasta in due minuti".
Basta caricare l'impasto nelle cartucce della macchina al posto dell'inchiostro e il gioco è fatto. Tutto dura pochi minuti: il tecnico disegna una forma sul computer e le informazioni vengono trasmesse alla stampante, che le materializza già pronte da cuocere, sotto forma di cubi, trivelle, lune, tronchi, rose. Qualsiasi forma, in qualsiasi dimensione, in qualsiasi impasto. "La differenza rispetto ai metodi tradizionali è che nella stampa 3D gli estrusori dai quali esce la pasta si possono muovere in tutte le direzioni ", spiega Petronio.
I campi di applicazione sono diversi. Oltre all'uso domestico, si pensa a veri e propri ristoranti dove sarà possibile ordinare piatti di pasta su misura dall'Ipad, o negozi di pasta fresca dove ritirare l'ordine fatto online. "E poi immaginate di indossare il vostro braccialetto elettronico che vi dirà quante calorie vi servono e quante ne avete consumate – prosegue Petronio – e che questo si connetta con la stampante per produrre il piatto di pasta che fa per voi: un giorno con più fibre, un giorno con i grani antichi, un giorno con le verdure. Non è solo design, è anche un'idea diversa di alimentazione e di gastronomia".
Alimentazione, produzione, distribuzione, consumo: con questo progetto tutt’altro che futuribile ecco l’evoluzione servita nel piatto.