Amagi-Tirelli: nelle albicocche meglio Esselunga

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Amagi-Tirelli: nelle albicocche meglio Esselunga

Marzo 2015. Aprile 2015. Tra poco più di due mesi appariranno sui display dei supermercati e degli ipermercati le albicocche: un frutto difficilissimo da offrire a livelli di eccellenza. Il Prunus Armeniaca è una drupa subacida che, se delle migliori varietà e nelle giuste condizioni di maturazione, può davvero trasferire grande piacere al consumatore. È il caso delle celebri varietà turche di Malatya, pressoché sconosciute da noi in quanto destinate ai mercati tedeschi e inglesi, le quali possono raggiungere incredibilmente i 28 °Brix (ovvero di più delle uve più dolci). Per non parlare poi delle introvabili Hunza pakistane che vantano persino 32 °Brix.
 




 
Il pubblico italiano ignora pertanto cosa sia un’eccellente albicocca. Non conosce neppure quale sia la stagionalità della produzione nostrana poiché, grazie all’alternarsi di decine di varietà (ma ce ne sono diverse centinaia!) di diversa provenienza, l’offerta si estende da fine maggio sin quasi a settembre. Il nome della varietà non compare quasi mai nel signage del display dei super e degli ipermercati e questo, a nostro avviso, è un errore dei retailer Italiani. Se infatti io acquisto delle precoci Thyrintos o delle Ninfa, belle, ma piuttosto scarse come aroma e dolcezza, la delusione si riflette sull’insegna, non sulla varietà in quanto tale. Per i consumatori Italiani, ignoranti in tema di frutta, un’albicocca è semplicemente un’albicocca
Ciò detto giudicare la qualità oggettiva delle albicocche vendute sfuse sul punto di vendita non è semplice. I frutti, quando non sono selezionati ed esibiti in vaschetta, variano non solo per dolcezza e acidità, ma anche per consistenza della polpa, per calibro, per maturazione e per colore. I retailer hanno consapevolezza dei loro standard grazie ai controlli nei magazzini, ma non hanno la percezione di quale sia la qualità (e soprattutto la qualità relativa rispetto ai concorrenti) al momento dell’acquisto (cioè dopo la permanenza in frigorifero e alcuni giorni in negozio) e ancor meno nel momento del consumo a casa. 
Parlando dell’offerta massificata (bulk) indotta dalla guerra dei prezzi, questo dato dipende inevitabilmente dal modo in cui è stato trattato il frutto, dal suo tempo di permanenza nel punto di vendita, dalle manipolazioni che ha subito.
Dunque, per rispondere a questi interrogativi abbiamo scelto di prelevare simultaneamente le albicocche in insegne presenti a Bologna in un’area centrata sulla via Emilia Ponente, il giorno 18 Giugno 2014. Durante questo prelievo abbiamo visto commettere alcuni peccati mortali nei confronti di questo frutto delicato:
  • il rovesciamento del prodotto dalla cassetta al bin da parte di alcuni operatori con inevitabili ammaccature che i consumatori avranno poi scoperto a casa e
  • il trattamento incivile della merce da parte di certi clienti che manipolavano e ributtavano i frutti loro sgraditi nella cassetta.
 
Conseguentemente lo stato delle albicocche in molti casi era decisamente opinabile, sino ai limiti di un notevole disservizio, peraltro apparentemente ignorato in alcuni supermercati in cui si trovavano anche frutti spappolati. 
Lo evidenziano alcuni giudizi di laboratorio, per quanto si sia scelto di non prelevare i frutti più deteriorati.
 
  • Insegna A:  accentuata disformità, alcuni frutti marcescenti.
  • Insegna B: difficili da snocciolare, molte punture di insetti.
  • Insegna C: un frutto marcio, rugginosità, punture di insetti.
  • Insegna D: segni di ditate, ferite al picciolo, macchie estese.
 
L’albicocca presenta peraltro un interessante problema. Il suo gradimento, come emerge da una nostra indagine tra i consumatori, dipende in diversa misura da vari fattori:
  • La dolcezza
  • L’acidità
  • La durezza della polpa (intesa anche come grado di maturazione)
  • Il colore (la faccetta rossa è gradita, il verde è sgradito)
  • Il calibro
  • L’aspetto
Il criterio da noi seguito per la valutazione d’insieme è stato dunque quello di utilizzare questa pesatura ottenuta dalle dichiarazioni dei consumatori, una pesatura che non è detto corrisponda ai criteri usati normalmente dai buyer nelle loro decisioni d’acquisto.
 
In sintesi, il nostro BRAVI!! va in questo caso ad Esselunga le cui albicocche presentavano un calibro piuttosto uniforme attorno ai 52 gr. con un diametro di 45 mm e una percentuale di polpa del 95% (Già! Perché anche il nocciolo si paga e per certe varietà o calibri incide con uno scarto perfino del 10%).
 
Le albicocche Esselunga risultavano dunque, il 18 giugno 2014, le migliori poiché godevano di:
  • 13,9 °Brix medi (cioè da 1,5 a 2 punti in più di molti concorrenti) evidenziando punte di oltre 15 °B.
  • una acidità adeguata di 31,2, da cui il più alto e miglior rapporto  °Brix/Acidità, indice di un buon equilibrio gustativo,
  • una durezza pressoché perfetta di 2,4 e soprattutto omogenea.
  • un indice di maturazione intermedio di 33 che, essendo l’albicocca un frutto climaterico, avrà consentito una durata e una maturazione completa in casa nell’arco di alcuni giorni.
  • la più alta percentuale di colore rosso sulle faccette,
 
Sul lato negativo, andava annoverata la presenza di qualche frutto ancora acerbo e in generale la presenza di punture di insetto suberificate sull’esocarpo esterno (buccia), difetto peraltro presente e in forma più grave nell’offerta di altri concorrenti.
 
Per quanto il riguarda il prezzo era di 3,58 €/kg pari al 13% in più rispetto alla media di 3,16 €. Ad esso corrispondevano tuttavia i massimi locali di (quasi) tutti i vari attributi di qualità ricercati dai consumatori.
 
 

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