NRF2015: i grilli di ExoFoods. Oh!
Gennaio 2015. Il Big Show dell’NRF è luogo dove si avverte sempre la tensione psicologica e l’euforia che nasce dalla sensazione di osservare ciò che in tema di retail è sulla “frontiera” dell’innovazione. Tuttavia non tutti i manager sono predisposti a cogliere e ad accogliere il “nuovo” se l’ambiente non ne ha ancora decretato il successo. In questo senso credo esista, per ragioni troppo lunghe da spiegare, una marcata differenza tra l’habitus mentale Americano e quello Italiano odierno. Lo si può riassumere nel contrasto tra il “perché no?” e il “perché dovrei?”. Lo spunto viene da un’osservazione del piccolo corner delle “innovazioni estreme” ricavato negli spazi espositivi della manifestazione. Oltre alle stampanti 3D, ai tessuti per abiti, in fibre ottiche i cui giochi di colore si possono programmare al computer, … una signora promozionava Exo Foods, una start-up di Gabi e Greg, due giovanissimi imprenditori. Exo oggi produce barrette di cioccolata ai gusti, arricchite con farina di grilli.
Ma perché proprio dei grilli polverizzati? Semplice: a) essi sono una ricchissima fonte eco-compatibile di proteine. I grilli, infatti, convertono la loro alimentazione in proteine (edibili per l’uomo) con un’efficienza 20 volte superiore a quella dei bovini; b) questi insetti producono (a parità) 1/80 del metano generato dai bovini. C) su 100 grammi della loro sostanza edibile i grilli danno il 69% di proteine, contro il 29% di una normale bistecca e il 31% della carne di pollo. E così via.
Riassumendo una barretta di Exo di 60 gr fornisce 300 cal. – 10 gr. di proteine – 7 gr. di fibre e solo 3 gr. di colesterolo e in più calcio e ferro. Ciò detto, il mix di questa farina di Acheta Domesticus, con il cacao, con la mela o con i mirtilli rendono il suo sapore molto simile a quello di un normale snack e migliore di quello di certi snack dietetici.
Ora, di fronte all’invito della signora ad assaggiarne un pezzetto i due atteggiamenti menzionati risultavano evidenti. Gli Italiani da me osservati reagivano con un: “quella roba se la mangiano loro!”. Gli Americani con un: “Why not!”. Io non so se i cibi con farina di grilli avranno successo, ma non mi meraviglierei se accadesse. Gatorade, SlimFast, ma anche alimenti meno caratterizzati come il sushi, il caffè arabica 100%, i goji berry, … vennero guardati con sospetto nel momento della loro introduzione. Ma il problema non è questo. I retailer non possono permettersi la neofobia. Ciò che conta è comprendere se qualcosa può essere di gradimento per altri, per un pubblico il più ampio possibile. Il mercante Marco Polo era insaziabile di innovazioni che avrebbero poi arricchito Venezia e l’Italia. Egualmente i mercanti della Compagnia delle Indie erano per definizione sperimentatori instancabili di nuovi prodotti. In un contesto di mercati saturi e di evidente stanchezza di molte marche tradizionale, esercitare un’atarassica, ma incessante esplorazione di quel che di nuovo compare soprattutto fuori dai nostri confini nazionali, è sempre un ottimo esercizio di igiene mentale per chi vuole praticare il commercio in un futuro certamente sempre più complicato.
http://www.supermarketguru.com/articles/flour-crickets-between-taste-and-nutrition.html