Moretti-Cncc: + ottimismo e + attenzione ai trend
Dicembre 2014. L'industry dei centri commerciali prova a mostrarsi ottimista, forte dei risultati e gli apprezzamenti ricevuti al Mapic e ai numeri delle vendite delle gallerie nel 3° trimestre dell'anno.
Prova, perché il calo dei fatturati è iniziato nel 2007 e, sempre da quell'anno, i social media hanno cambiato il rapporto fra la domanda e l'offerta, ne sono diventati prima gli intermediari e adesso stanno tentando di diventare i protagonisti. In questo quadro la nuova presidenza di Massimo Moretti (Beni Immobiliari) fa bene a mettere l'accento sull'Ottimismo della ragione: senza quello e senza la Fiducia e un Sogno (e mettiamoci pure senza prodotti e servizi innovativi) non si scardina il pessimismo razionale e meccanicistico che avvolge la società e l'economia italiana.
Vediamo qualche numero:
. l'incidenza dell'industry dei cci sul Pil è del 3,2%
. Il fatturato di tutti i cci è di 51 mld di euro
. il valore immobiliare del parco dei centri commerciali è di 40 mld di euro,
. i pdv delle gallerie sono 34.000,
. gli addetti (senza l'indotto) arrivano a 324.000.
E ancora:
l'Italia è al 5° posto per i mq di gla (gross leaseble area) in Europa,
. la densità ogni .000 abitanti è di 263 mq di gla.
Ovviamente questa appena descritta è la media, in alcune regioni è ovviamente al di sopra, in altre è più ridotta e quindi c'è più spazio di sviluppo.
– i redimenti sono in calo, ma gli immobili valgono di più grazie a:
– 1,800 mld di visitatori all'anno,
– 32 visite medie all'anno,
– 2,5 visite al mese.
Lo sviluppo
Massimo Moretti ha detto nella sua relazione di fine anno: basta con gli scatoloni amorfi. È, questo, un buon intendimento per le prossime nuove aperture. Il modello di base, come l'offerta di negozi e di servizi va adeguata al cambiato sentiment di acquisto e di consumo. Quello che era valido negli anni '90 e primi '00 oggi, il consumo di massa fine a sé stesso, non ha più valore e appeal, stiamo andando verso la personalizzazione dei prodotti e dei servizi e quindi gli acquisti e i consumi stessi si stanno ricalibrando. Come fare ad adeguare l'imponente massa di prodotti offerti nei cci ai mutati stili di vita? Come rivolgersi contemporaneamente ad anziani con reddito e a millenial con la paghetta? Questo è il vero problema.
Moretti ha elencato alcune nuove aperture che mostrano segnali di inversione di marcia:
. Arese (Finiper): fra le altre innovazioni proporrà una pista di auto (era la sede dell'Alfa Romeo) e una Promenade verde che a giudicare dai rendering si farà notare,
. Scalo Milano: ospiterà una scuola di design e 40 pdv saranno proprio dedicati alla valorizzazione del design e all'artigianalità intellettuale.
L'andamento delle vendite nel 2014
L'anno si è aperto e ha continuato a mantenere il segno negativo, il terzo trimestre ha segnato +1,1% di vendite, addirittura sono cresciute le vendite dell'elettronica di consumo, +1,2% (gonfiate però da troppe e indistinte promozioni), è aumentata la cultura-tempo libero (3,8%), i beni per la casa (1,8%), i servizi (2,3%), addirittura l'abbigliamento ha segnato un +2,2%. In leggero calo la ristorazione (settore stratetgico ma che manca, ahimè, di formule convincenti che rifuggano il low cost e il low price dominante, che alla fine dell fiera vuol dire bassa qualità, della quale non c'è bisogno.
Come si traduce, secondo Massimo Moretti, il lungo elenco di numeri di cui sopra? In tenuta. L'industry dei cci, nonostante tutto tiene.
La vision di Vanni Codeluppi
Interessante il contributo di Vanni Codeluppi, sociolo e professore allo Iulm: i cci devono entrare in città (con l'accordo dei nostri politici) e devono rifuggire il vecchio posizionamento basato sulla famiglia e gli acquisti da fare nel week end. Devono tenere conto della complessità della vita delle persone e proporre soluzioni e servizi, devono analizzare in profondità la lezione dell'usato e dello sharing, che stanno crescendo a ritmi importanti. E fare i conti con la variabile tempo: una giornata, per tutti, è fatta di 24 ore, se mediamente si passano 4,5 ore su internet, delle quali 2 sui social, è chiaro che li si sottrarranno ad altre attività: alla famiglia ma anche allo shopping. E allora bisogna attivare nuove leve per fare dei molti touch point (mobile in primis, computer e negozi fisici) a disposizione delle persone un unicum basato sul sogno, la fiducia e i servizi.
La vision di Silvio Siliprandi
Silvio Siliprandi è Ceo di Gfk Eurisko.
Individua 3 trend che incrociano la industry dei cci:
1. L'opportunità: si è scatenata da una parte perché le persone sono più attente alle scelte che fanno dall'altra perché internet ha favorito il confronto delle informazioni prima e dei prezzi poi,
2. Esperienza: l'esperienza chiama per forza in campo, la materialità, il territorio, il touch
3. La relazione: la solitudine fisica e materiale delle persone, degli anziani soprattutto ma anche di parte dei giovani, valorizza la voglia di relazione, di incontro e di scambio fra le persone.
La vision di Gianluca Diegoli
Gianluca Diegoli è indipendenti digital marketing manager. Internet, dice Diegoli, non è un problema ma un'opportunità per i cci. Internet ha liberato le persone dal concetto di tempo, oggi le persone passano diverse ore su internet per cercare e sfruttare i servizi che questo offre. Da qui ne discende una garbata critica verso i cci:
. c'è poco intrattenimento,
. c'è poca informazione, ecco perché si ricorre al confronto,
. nei pdv fisici ci sono le code, internet è leggero e senza code,
. è possibile fare il click&connect,
. le persone si informano su internet e poi vanno nei pdv fisici, ma a volte i commessi non danno risposte convincenti.
. il pdv fisico, il cci, ha un vantaggio competitivo dovuto alla location e alla materialità che ha costruito, deve riempire questi luoghi di magia, di sorprese, di relazioni, di funzioni ricordandosi che le persone usano strumenti digitali ma non sono esseri digitali.
. i cci devono tornare ad essere utili e interessanti oltrechè convenienti, osservando i trend di consumo: se ad es. le persone vogliono scambiare fra loro prodotti e servizi devono favorirle.
. provocazione finale: un bel cci americano con le erbacce che crescono nelle gallerie: ergo, ripensare il modello di business e di approccio alla società.
La vision di Renato Cavalli
Renato Cavalli è il vice presidente di Cncc. Interessante la proposta avanzata di usare gli spazi in più che non si riescono ad affittare nei cci come spazi di rotazione, per temporary di prodotti e di servizi, per nuovi spazi di opportunità, di relazione, magari anche sociali (supplendo, da privati, ai vuoti dell'operatore pubblico).
- 145 Soci Companies che rappresentano tutta la filiera dell'industria dei Centri Commerciali
- 970 Centri Commerciali e Factory Outlet (l'industria nazionale complessiva)
- 15.000.000 di metri quadrati la GLA totale
- 51 miliardi di Euro il volume d'affari globale
- 3,2% del PIL nazionale
- 320.000 il numero dei dipendenti nei centri commerciali