Censis: i giovani scelgono i prodotti contraffatti
Dicembre 2014. Censis ha svolto una ricerca sui giovani e i falsi, indagando le motivazioni, le aspettative, le conoscenze. Ecco i principali risultati.
Dall’indagine emerge come il 74,6% dei giovani acquisti articoli contraffatti, soprattutto capi di abbigliamento (67,3%), Cd e Dvd (48,3%) e accessory (45,3%).
La strada, con le sue bancarelle, e i mercati, sono i luoghi a cui i giovani si rivolgono più di frequente, con una scelta che sembra essere intenzionale e ripetuta, giustificata dalla volontà di risparmiare e di entrare in possesso di un articolo di cui hanno bisogno.
Comperare contraffatto è ritenuto dai più un atto socialmente accettato, che fanno tutti (la pensa così il 66,5% dei giovani), e quandanche vi sia la percezione che si tratta di un reato, è comunque ritenuto un illecito di lieve entità e non si considerano tutte le implicazioni sociali ed economiche ad esso collegate.
Il 46,1% dei 18‐25enni, infatti, si rivolge frequentemente ai negozi/centri commerciali per fare compere, e un altro terzo circa lo fa qualche volta; il mercato rappresenta una valida alternativa per i due terzi dei giovani, che vi si recano spesso (il 33,4%) o qualche volta (il 33,6%), in cerca, probabilmente, di merce diversa o meno costosa rispetto a quella che trovano nei negozi. Sono le ragazze più dei ragazzi a recarsi al mercato per I propri acquisti (il 38,6% vi effettua acquisti spesso a fronte del 28% dei maschi).
Il web, nonostante la grande familiarità dei giovani con il mezzo, non sembra rappresentare un canale di acquisto abituale: appena il 13,2% dichiara di acquistare spesso su internet, il 28,7% lo fa qualche volta. Sono in misura maggiore i maschi (il 15,9% dei quali fa spesso acquisti su internet, a fronte del 10,5% delle ragazze) ed i più grandi (il 16,1% dei 24‐25enni) a scegliere il web, forse anche perché per effettuare acquisti non è necessario possedere una carta di credito. Anche il mercato è un luogo d’acquisto più familiare per i più grandi, con il 41,2% che vi effettua spesso acquisti, a fronte del 29,9% dei più giovani, i quali sembrano invece preferire fare shopping presso negozi e centri commerciali (il 52,3% vi si reca spesso).
Convenienza e utilità sono i driver di scelte d’acquisto che, almeno all’apparenza, sono improntate al pragmatismo piuttosto che all’estetica e all’edonismo: il 50,6% (56,9% dei 24‐25enni) seleziona i prodotti da acquistare in base al prezzo, e il 48,0% guarda all’utilità (tab. 4). La qualità e la bellezza sembrano essere meno importanti al momento della scelta (sono prese in considerazione dal 26,8% dei giovani), e ancor meno importante è l’originalità (intesa non come autenticità ma come singolarità di un prodotto), dirimente per il 16,8%.
Che l’articolo segua la moda del momento o che sia di una marca conosciuta sono elementi importanti per una minoranza (rispettivamente il 10,2% e il 6,0%), con percentuali che si alzano tra i 18‐20enni, i quali giudicano importante seguire la moda nella misura del 14,4% e la griffe del 7,9%.
Tra i prodotti più indicati vi sono poi i Cd e i Dvd (li indica il 48,3%, che sale al 54,8% nel caso dei ragazzi più grandi). Meno ricercati sembrano essere I cellulari e i prodotti elettronici, acquistati dal 20,1%, come anche i prodotti informatici (componenti hardware, ricambi per il PC), col 18,2%, ed I profumi/ cosmetici, acquistati dal 16,1%.
Una percentuale minore, ma comunque consistente e pari all’11,8%, dichiara di acquistare tabacchi contraffatti, quota che sale al 16,5% nel caso dei 24‐25enni. In questo caso sarebbe necessario approfondire per capire se gli intervistati intendano tabacchi falsi o invece sigarette di contrabbando o, ancora, le cosiddette “cheap white”, ovvero sigarette con marche che circolano unicamente sul mercato nero. Decisamente esigui sono i casi di acquisto di accessori/prodotti di ricambio per auto o moto (8%) e di medicinali o di integratori (4,3%), a testimonianza di come sia presente tra i giovani una certa consapevolezza dei rischi per la salute e la sicurezza personale che possono essere correlate ad alcune tipologie di prodotti.
Gli elementi comuni emersi dalle indagini, qualitative e quantitative sono:
1. Comperare contraffatto è un atto socialmente accettato, normale: tutti sanno che è un reato, ma c’è una tendenza a minimizzare e a giustificare l’acquisto.
2. Lo scambio minor prezzo versus minore qualità conviene: i giovani sanno che il prodotto falso è di qualità inferiore e durerà di meno, ma hanno meno aspettative e sono generalmente soddisfatti dell’acquisto.
3. C’è una scarsa consapevolezza delle implicazioni sociali del reato, in particolare di cosa ci sia dietro lo sfruttamento della manodopera e su quale sia il coinvolgimento della criminalità organizzata.