80euro non food e nel food non rilevati

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80euro non food e nel food non rilevati

Settembre 2014. La discussione su dove sono finiti gli 80 euro concessi a molte fasce di italiani dal Governo Renzi non finisce di stupire per la fantasia di chi scrive. Oltretutto le fonti ufficiali (Istat, Nielsen e IRi) non aiutano a capire in modo approfondito i cambiamenti di consumo e di acquisto in atto.
L’Istat ha pubblicato il 28 di agosto i dati di luglio e le associazioni e i giornali li riportano con grande evidenza visto il ruolo, ma Nielsen e IRi sono già in grado di dare i dati di agosto. A volte, come spesso succede, Nielsen e IRi dicono una cosa e Istat, che arriva buon ultima, ne dice un’altra, opposta.

Sugli 80 euro i dati Istat sono stati usati per dire che gli italiani li hanno tesaurizzati e non riversati nei circuiti del consumo. Perché questa affermazione è parzialmente vera? Perché i consumatori stanno cambiando i loro cambiamenti di acquisto e i canali dove comprano.
Proviamo insieme ad elencare i nuovi canali non presi in considerazione:

nel food:
. molte reti di discount sono soltanto stimate perché non danno dati a Istat, Nielsen e IRi,
. l’autoconsumo, cioè i prodotti che si autoproducono, non sono neppure stimati,
. i mercati alimentari che da anni sono stimati con una quota del 10% nel food, sono in realtà strapieni, andate a controllare,
. i mercati all’ingrosso, nel giorno concesso a tutte le utenze, fanno affari d’oro,
. i gruppi di acquisto solidali sono in espansione ma mancano addirittura su di loro le stime,
. le vendite dirette (molte volte organizzate fino a decine e decine di chilometri lontani) a domicilio di contadini e cooperative non sono stimate,
e potremmo andare avanti elencando altre modalità di acquisto.

Nel non food:
. gli spacci, i factory outlet più o meno ufficiali, i mercatoni (ex stalle) no compaiono nelle statistiche,
. molte grandi superfici specializzate in diverse categorie merceologiche non rilasciano dati e vengono malamente stimati.
. i venditori abusivi sono attivi in tutte le categorie merceologiche e vendono non solo sulle spiagge ma anche nei centri città, e non sono solo extracomunitariÅc
. la vendita dell’usato su internet a quanto ammonta? Oltre a eBay ci sono molti altri siti dedicati,
e potremmo andare avanti anche nel non food elencando altre modalità di acquisto.

Per dirla proprio tutta: in molti canali di vendita non viene rilasciato lo scontrino e quindi la misurazione e la stima delle vendite è artefatta, in ribasso e di molto.

Se parte degli 80 euro sono finiti nei canali descritti e in altri ancora, nessuno (Istat, Nielsen o IRi) li ha contabilizzati.

A quanto si possono stimare questi canali e la non conoscenza delle loro vendite? Perché le associazioni professionali, quelle dei consumatori, gli istituti di ricerca (Istat in primis) non provano a stimare davvero che quota di consumi passa nei canali alternativi? Forse ci risparmierebbero sorrisi amari sulle considerazioni degli 80 euro…

Rileggendo i dati Nielsen di scenario 2014, diffusi a Linkontro di maggio, emerge il dato sull’aumento del risparmio e quello del casalingo: forse il risparmio oggi va inteso anche come ricerca di convenienza in altri canali (nascosti, piccoli e non contabilizzati, che però messi insieme fanno volume) e lo stesso vale per risparmio ("gandando a fare la spesa in certi negozi, risparmio"). Morale: se è vero che il consumatore è al centro di tutti i processi, forse vale la pena di seguirlo in tutti i suoi spostamenti e, forse, si troverà la traccia di dove sono finiti parte degli 80 euro di Renzi.
 

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