A cosa serve studiare e quali sono le retribuzioni post laurea

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Settembre 2019. L’Italia si posiziona al penultimo posto, subito sopra il Messico, per percentuale di laureati. Il numero di NEET sono quasi il doppio rispetto alla media degli altri paesi UE: In Italia solo il 18,7% ha un titolo universitario, contro il 34,9% medio dei paesi OECD. Se si considerano solo i giovani tra i 25 e i 34 anni tale numero sale al 26,9% contro il 42,6% della media OECD. In Italia spendiamo meno che negli altri paesi per l’istruzione (28% in meno rispetto ai paesi OCSE). Oltre a questo, il tasso di abbandono prematuro nella formazione è del 14,5% in crescita, contro il 10,6% medio europeo in calo e la percentuale di NEET nei giovani tra i 20 e i 34 anni è del 28,9% contro una media Europea del 16,5%. Il rischio di disoccupazione è inversamente proporzionale al titolo di studio: Il tasso di disoccupazione fra coloro che non hanno titoli o arrivano al massimo alla licenza elementare (17,5%) è quasi 4 volte superiore a quello dei laureati (4,6%). Se si considerano invece coloro che hanno la licenza di scuola media inferiore (12,7%), la differenza con i laureati scende a circa 3 volte e a circa 2 volte per i diplomati (8,9%). Restringendo il campo ai giovani fra i 25 e 34 anni il tasso sale proporzionalmente per tutti, con una media generale che passa dal 9,8% al 14,5%.

La laurea è il miglior antidoto contro la disoccupazione giovanile

Dal 2008 ad oggi, la laurea si è dimostrata la “barricata” più solida per contrastare la crescente disoccupazione giovanile: Il numero di NEET (Not in Education, Employment or Training) in Italia è di circa un milione e 328mila persone dei quali, secondo ANPAL, l’89% non è in possesso di una laurea. Inoltre, secondo l’ultimo rapporto di Almalaurea, sebbene a un anno dalla laurea il tasso di disoccupazione non si discosti molto da quello medio nazionale per i giovani fra i 25 e i 34 anni (14,5%), a cinque anni dalla laurea si registra invece una marcata riduzione. Nello specifico, il tasso di disoccupazione scende al 6,5% per la laurea di primo livello, 6,8% per la laurea di secondo livello, 6,9% per la magistrale biennale e 7,2% per la magistrale a ciclo unico. Da notare, però, che il tasso di disoccupazione dei neolaureati ad un anno dal titolo è in costante riduzione dal 2012 in poi (dal 30 al 40 per cento in meno a seconda del tipo di laurea) Studiare paga: Le retribuzioni medie sono decisamente più basse per chi ha conseguito una laurea triennale (29.717€) rispetto a chi ha ottenuto una laurea magistrale (41.629€) o un master di primo o secondo livello (rispettivamente 41.242€ e 46.763€). Anche le prospettive di crescita retributiva durante la carriera sono più basse per una laurea triennale (25,8%) rispetto a quelle di una laurea magistrale (55%) o di un master (fino al 116,8%). Il motivo di tali differenze retributive è legato al fatto che con una laurea si ha una probabilità 4 volte superiore al diploma di diventare quadro o dirigente e, con un master, addirittura di 7 volte.

Il differenziale retributivo

Studiare conviene, ma meno che all’estero: l’Italia si conferma nelle ultime posizioni dell’OECD per differenziale retributivo fra laureati e diplomati. Per i giovani tra i 25 e 34 anni la differenza retributiva è del 14,1% mentre in paesi ad alta produttività come Francia e Germania è rispettivamente del 42% e del 45% e arriva al 95% in Chile che è primo nella classifica OCSE. Se potete, scegliete un’università privata o un politecnico del nord: I laureati in atenei privati o nei politecnici hanno in media stipendi superiori rispetto a chi ha conseguito il diploma di laurea in università pubbliche (44.566 € di RAL per gli atenei privati; 42.707€ per i politecnici e 39.056 €per gli atenei pubblici). Oltre a questo, chi si laurea al nord ha in media una RAL superiore del 3% rispetto a chi si laurea al centro e del 10% rispetto a chi si laurea al sud o sulle isole. 5k di differenza in ingresso e fino a 30k una volta raggiunta la maturità professionale: Facoltà come Scienze biologiche, giuridiche e fisiche garantiscono i migliori stipendi tra i 25 e i 34 anni di età con RAL intorno ai 35.000 € contro i circa 30.000 € di facoltà come ingegneria chimica e dei materiali. La maggior crescita retributiva, una volta giunti alla maturità professionale, è associata a studi di ingegneria, chimica ed economia con RAL medie che sfiorano i 61.000€ e una crescita retributiva del 98,4%.

La top 5 degli atenei che promettono le retribuzioni più alte fra i 25 e i 34 anni di età: Al primo posto l’Università commerciale Luigi Bocconi con una RAL di 34.856 €, Segue Luiss Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (33.653 €) e sull’ultimo gradino del podio il Politecnico di Milano (32.796 €). Con un distacco minimo seguono l’Università Cattolica del Sacro Cuore (32.383 €) e l’Università degli studi di Siena (31.743 €).

La top 5 degli atenei che promettono le crescite retributive più alte: Al primo posto l’Università Cattolica del Sacro Cuore con una crescita dell’83%, Segue l’Università commerciale Luigi Bocconi (74%), e all’ultimo gradino del podio Luiss Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (73%). Al quarto posto troviamo l’Università degli studi di Verona (68%) e al quinto a parimerito l’Università degli studi di Bergamo e di Brescia (66%).

La top 5 degli atenei che promettono più possibilità di ricoprire un ruolo dirigenziale: Al primo posto l’Università commerciale Luigi Bocconi con un 22% di dirigenti, segue Luiss Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli (15%), al terzo posto il Politecnico di Milano (14%) e al quinto a parimerito l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università degli studi di Padova (13%).

La top 5 degli atenei che ripagano l’investimento nel minor tempo: Al primo posto il politecnico di Milano (13,4 anni), segue l’Università commerciale Luigi Bocconi (13,9 anni) e al terzo posto il Politecnico di Torino (14,3 anni). Al quarto posto l’Università Cattolica del Sacro Cuore (14,5 anni) e al quinto l’Università degli studi di Padova (15 anni).

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