Abbiamo incontrato il CEO di Microsoft Satya Nadella: ecco cosa ci ha raccontato sull’AI.

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Possiamo dire che la genesi dell’IA risieda nel lontano 2010 quando si parlava di Deep Learning. Solo recentemente, però, questa tecnologia è entrata attivamente nel lavoro di tutti i giorni. Vediamo qual è la visione di Microsoft per il mondo di domani e come tale visione può impattare il retail.

L’inizio dello sviluppo in ambito di intelligenza artificiale risale a molto tempo fa, quando si è dovuto prima di tutto pensare a come immagazzinare un gran numero di dati in un unico posto, organizzandoli.

Come succede spesso e volentieri, però, dopo anni di lavoro, l’avvento di nuove tecnologie (e di iniziative ad esse correlate) ha consentito al progresso di aumentare il ritmo del proprio passo in un tempo estremamente ristretto. È per questo che, praticamente in un paio di anni, le società di IA sono passate dalla fase progettuale al rilascio presso il pubblico di strumenti che, di fatto, hanno intenzione di rivoluzionare molti aspetti della nostra vita privata e lavorativa.

Satya Nadella, CEO di Microsoft, nell’ambito del Microsoft AI Tour di Roma, ha mostrato come si sia passati da un semplice sistema di ricerca informazioni, ad un’interfaccia che non solo recupera questi dati ma ci lavora, li organizza e arriva a delle conclusioni, gestendo, nei fatti, interi processi.

Cosa significa “Building an agentic World“?

La visione di Microsoft è che in un domani (estremamente prossimo), avremo a disposizione degli assistenti AI (gli “agents“) che si prenderanno cura di tutta una serie di attività. Questi agents possono essere di varia natura, da quelli personali a quelli che si occupano di specifiche task del business (come l’assistenza clienti, ad esempio o la creazione di report di sintesi, magari a seguito di una riunione).

Nella foto qui sopra potete vedere quali aree verranno impattate da questi assistenti virtuali altamente performanti. In sostanza, Microsoft vuole creare un’interfaccia utente semplice e immediata per dare l’accesso dell’intelligenza artificiale ad una vasta platea di utenti.

Alcune delle aree sono vendite, analisi dei dati, sviluppo software, servizio clienti, legale, finanza, marketing etc.

Gli agents (assistenti virtuali) hanno dei compiti, determinati dall’utente, e li portano a termine contando su una vasta base dati.

In cosa si traduce l’introduzione di questi assistenti? Un forte aumento della produttività. Durante il convegno vengono presentati anche dei casi di esperienza on field di aziende tutte italiane.

Qual è l’impatto sul nostro Paese?

L’IA generativa si prevede conferirà all’Italia 312 miliardi di PIL in più nell’arco di 15 anni, ne parla Vincenzo Esposito, AD Microsoft Italia che pone l’accento anche su un altro dato: l’aumento della produttività. L’IA, infatti, in un Paese come l’Italia che perderà, entro il 2040, circa 3.7 milioni di occupati, è un volano fondamentale per incrementare una produttività ferma da decenni.

L’opinione di RetailWatch

Abbiamo parlato dell’IA e dei campi del Retail che verranno, con ogni probabilità, impattati, in questo articolo del 19 settembre scorso.

Dopo l’intervento di Satya Nadella (CEO di Microsoft), però, ci sentiamo di commentare ulteriormente, ragionando sui seguenti punti:

  • Supporto alle PMI. Se da un lato l’IA, come varie tecnologie nel corso degli anni, rappresenta una minaccia per il mantenimento dei posti di lavoro, dall’altro costituisce un volano fondamentale per il tessuto italiano di piccole e medie imprese. Tali società, infatti, potranno servirsi dei virtual agents per competere senza dover sostenere i costi del lavoro tipici di grandissime aziende.
  • Analisi dei dati. Il Retail ha investito gli ultimi trent’anni nel cercare di recuperare dati su vendite, clienti, acquisti, consumi etc. In realtà, però, spesso questi numeri non sono stati guardati con attenzione. È, infatti, umanamente impossibile che una persona, per quanto competente ed efficace, possa analizzare un volume così elevato di informazioni. I virtual agents, invece, non solo sono in grado di esaminare tali dati ma riescono anche a trarne delle conclusioni da tradurre in azioni operative.
  • Personalizzazioni. È pacifico che tutti i dati immagazzinati in ambito Retail consentiranno all’IA di personalizzare al massimo l’esperienza cliente, ovvero suggerire assortimenti per particolari zone, automatizzare le promozioni, generare offerte dedicate (couponing etc.), monitorare i prezzi di acquisto e i warning di gestione ad essi collegati etc.

È chiaro che, nello scenario delineato, è sì importante che l’IA acceda ai dati dell’impresa (rispettando i vari passaggi autorizzativi, ovviamente) ma è anche e soprattutto fondamentale che tali dati siano attendibili e, quindi, che vengano manutenuti con regolarità e certificati. Dare “in pasto” all’intelligenza artificiale un dato “sporco“, infatti, non può che tradursi nella generazione di risposte e suggerimenti fallaci da parte di essa.

Continueremo a monitorare con interesse i successivi sviluppi.

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