Ancd-Conad: liberalizzare, semplificare, legalizzare
Febbraio 2017. L’avvio di una nuova stagione di liberalizzazioni, il taglio della burocrazia e la garanzia della legalità sono condizioni indispensabili per migliorare l’efficienza delle imprese e dare risposta alle aspettative dei cittadini. E sostenere la crescita del Pil oltre la soglia attuale, ferma a meno dell’1%.
Burocrazia, mancata concorrenza, illegalità e corruzione. A più di otto anni dall’inizio della crisi economica sono ancora questi i legacci che impediscono all’Italia di ingranare la marcia della ripresa.
A condizionare il mancato rilancio del sistema Italia non sono solo le componenti economiche internazionali – , instabilità politica e finanziaria, emergenza immigrazione, prezzo delle materie prime – ma una serie di fattori endemici che da troppo tempo hanno reso ormai l’Italia un “malato cronico” di mancata crescita. Confindustria attribuisce alla burocrazia un costo del 4 per cento del Pil e all’insufficiente concorrenza un altro 11 per cento. Se poi la corruzione fosse portata al livello di quella spagnola il Pil potrebbe crescere dello 0,6 per cento.
Il mondo produttivo chiede alla politica di colmare quei gap strutturali che impediscono alle imprese di operare alle stesse condizioni dei competitor europei.
La fotografia della situazione è nel X° Rapporto sulla legislazione commerciale di Ancd Conad, presentato oggi alla Camera di Commercio di Roma, nella sala del Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra.
All’evento hanno partecipato il presidente di Ancd Conad Marzio Ferrari, l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Roma Adriano Meloni, il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Antonello Giacomelli, il segretario generale di Ancd Conad Sergio Imolesi, il responsabile dell’ufficio legislativo Ancd Conad Piero Cardile e Roberto Ravazzoni, professore ordinario presso il Dipartimento di Comunicazione ed Economia – UNIMORE.
Il tema della crescita economica del Paese è stato al centro della tavola rotonda a cui hanno preso parte il presidente della V Commissione Camera dei Deputati Francesco Boccia, il presidente della X commissione Senato Massimo Mucchetti, il responsabile della Direzione Agroalimentare e Trasporti – (DG Concorrenza) dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato Alessandro Noce e l’amministratore delegato Conad Francesco Pugliese.
Partendo dal quadro attuale normativo e con particolare riferimento al settore del commercio, il dibattito ha affrontato le misure possibili e necessarie per stimolare la concorrenza e la semplificazione, e per fare da antidoto alla corruzione e all’immobilismo: la concorrenza, la semplificazione, l’alleggerimento normativo. Punti su cui Conad ha lanciato le proprie proposte. Ecco i temi principali.
La nuova stagione delle liberalizzazioni Nell’Indice delle liberalizzazioni 2016 dell’Istituto Bruno Leoni l’Italia totalizza 70 punti su 100. Siamo lontani dai 94 punti della Gran Bretagna, gli 80 della Spagna, i 79 dei Paesi Bassi.
Mentre il Ddl concorrenza 2015 è fermo in Parlamento da più di due anni, alcuni settori economici restano imbrigliati da inutili vincoli di natura corporativa, e attendono una spinta liberalizzatrice che elimini barriere alla vendita per liberalizzare i prezzi.
Un taglio alla burocrazia Nella relazione 2015-2016 sulla competitività globale del Forum economico mondiale l’inefficienza della burocrazia è considerata il principale ostacolo all’attività commerciale e imprenditoriale in Italia. Contemporaneamente l’eccesso di norme che spesso confliggono tra loro concorrono a rallentare i processi imprenditoriali, costringendo le imprese a continui stop&go. È necessario che l’Italia recuperi efficienza che le consenta di scalare le classifiche che la vedono al 65esimo posto nel rapporto “Doing business”.
Tornare alla certezza del diritto Con una media di 608 giorni, l’Italia è al terz’ultimo posto nell’Unione Europea per lunghezza dei processi di prima istanza civili e commerciali. Sono tempi che non consentono la rapida definizione dei contenziosi che possono riguardare le imprese, e che scoraggiano gli investimenti. Ogni imprenditore ha necessità di operare in un sistema organizzato con regole certe e condivise, efficiente, semplice e fruibile, che garantisca a tutti le medesime condizioni per competere lealmente in un mercato libero. La mancanza di questi requisiti genera incertezza, ritardi nella definizione delle procedure burocratiche e rischia di alimentare fenomeni di illegalità diffusa.
“L’Italia è un Paese costituito da circa 8 mila comuni e 20 regioni, ma è indispensabile restituire a imprese e cittadini un quadro normativo di riferimento che sia il più omogeneo possibile. Occorre ridurre i centri decisionali e definire regole comuni, in attesa che si compia un nuovo riordino delle competenze a livello costituzionale”, annota il segretario generale di Ancd Conad Sergio Imolesi. “Inoltre si registrano ancora alcuni comportamenti del legislatore nazionale non sempre in linea con le aspettative dei cittadini. E’ il caso del ddl Concorrenza: se approvato nell’attuale formulazione, rischia di disattendere le richieste formulate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in materia di farmaci, carburanti e nel settore delle professioni”.