ASSOBIBE: forte preoccupazione per le parole del ministro Balduzzi

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ASSOBIBE: forte preoccupazione per le parole del ministro Balduzzi

Maggio 2012. In Italia i consumi di bevande gassate sono molto più bassi che nel resto d’Europa Insensato prendere di mira una sola categoria di prodotti alimentari: le bevande gassate in Italia contribuiscono meno del 2% all’apporto calorico giornaliero
La tassa avrebbe pesanti ripercussioni su livelli occupazionali, produzione e investimenti. In termini economici, in un momento di crisi come quello attuale, il provvedimento rischia di essere inefficace, per le ripercussioni negative che avrebbe sul potere d’acquisto dei consumatori e sui produttori
Alla luce delle dichiarazioni rese oggi dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, ASSOBIBE, l’Associazione Italiana dei Produttori di Bevande Analcoliche, a nome dei suoi associati, dei partner commerciali e industriali, nonché delle decine di migliaia di famiglie che essi rappresentano, precisa quanto segue:

Tassa univoca?
– Una tassa che colpisce esclusivamente le bevande analcoliche gassate è immotivata, discriminatoria e pertanto inaccettabile. In Italia, infatti, i consumi di tali bevande sono stagnanti da circa dieci anni e di molto sotto la media UE. Tanto negli adulti quanto nei bambini. L’Italia è al penultimo posto tra i Paesi UE per consumi pro-capite.
Proprio a fronte di questi bassi livelli di consumo, le bevande analcoliche gassate in Italia contribuiscono per meno del 2% all’apporto calorico medio quotidiano. Secondo i dati INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), inoltre, i più giovani consumano in media un equivalente di 28 grammi pro-capite al giorno, equivalenti a 11 calorie.
Nel nostro Paese questi prodotti sono già penalizzati, stante l’aliquota del 21% cui sono soggetti, a differenza della maggior parte dei prodotti alimentari che godono di aliquote ridotte al 4% o al 10%. La media UE sulle bevande analcoliche è del 16.5%.
In controtendenza rispetto all’esigenza di crescita e sviluppo del nostro Paese, la tassa avrebbe inoltre ricadute pesanti sull’occupazione, con riduzione significativa dei posti di lavoro, presso le aziende produttrici e lungo l’intera filiera. Sarebbe inoltre uno stimolo all’aumento dell’inflazione, causerebbe deterioramento del clima degli investimenti e un complessivo ridimensionamento delle attività.
Infine, la grande maggioranza delle opinioni espresse in questi ultimi tempi da parte di autorevoli esponenti del mondo scientifico ed economico, vanno nella direzione opposta rispetto a quanto sostenuto dal Ministro Balduzzi.

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