Brodi Knorr: non solo questione di formato
Novembre 2012. Il mercato dei condimenti – prodotti per brodo (dadi, bio e classici; granulari; concentrati in gelatina; brodi liquidi) – cresce: 180 mio € di sell out nel 2011 con un + 3,7%.
Soprattutto crescono le vendite delle categorie sorte più di recente: +34% per gelatine e brodi liquidi, -0,3% per dadi e granulari (dati IRI ‘12).
Knorr – marca leader, riconosciuta come più innovatrice (Millward Brown ’12) – ha da poco lanciato una nuova linea di brodi pronti, Mamma che brodo, privi di coloranti, di conservanti e di glutammato (l’additivo più usato per questo tipo di prodotto).
Le varianti sono tre: manzo, verdure e pollo.
La confezione è un brik.
Il valore comunicato è la naturalità.
Gusti, packaging e branding non sono diversi da quelli della linea competitor i Brodi Star, nati a fine 2009. Il formato e l’apertura invece si: 500 ml Knorr (2 porzioni), 750 ml Star (3/4 porzioni); usa e getta Knorr, richiudibile Star.
I Brodi Star hanno il merito di aver battezzato una categoria ibrida, a metà fra l’insaporitore e il piatto pronto, che risponde alle esigenze dei non utilizzatori di dado amanti del brodo come base per ricette più elaborate, di cuochi e mamme cui manca tempo sufficiente da dedicare alla cucina, di anziani e non abituati alla minestra serale.
Mamma che brodo si rivolge agli stessi target ed a un altro: le famiglie mono e bi-componenti –il 51% di quelle italiane – che:
– acquistano i brodi pronti, ma gettano la terza/quarta porzione avanzata perché, nonostante l’apri e chiudi, non conservano con piacere il prodotto in frigo;
– acquistano i brodi pronti, ma di rado, perché il formato standard, 750 ml, è eccessivo per il numero dei componenti del nucleo familiare (GFK Marzo ’12).
Punti di debolezza:
A scaffale si potrebbe confondere facilmente con il concorrente (la forma dei brik e i visual sono decisamente simili).
Punti di forza:
Il formato 2 porzioni.