Carrefour lancia il soft discount Supeco a Novara
Gennaio 2017. Vi ricordate che vi avevamo detto, negli auguri di Natale 2016, di guardare con attenzione a quanto stava facendo Carrefour in Italia? Non sbagliavamo.
Ecco, allora, il lancio di Supeco, l’insegna per il soft discount, con la quale allarga il suo portfolio concept anche al discount. Il concept trae, probabilmente, le origini in Atacadao, sempre Carrefour, metà cash and carry e metà supermercato, attivo e un successo in Brasile. In Europa, nella versione più soft discount, anticrisi, nel volere del progettista, è già stato testato in Spagna, prima e in Romania, poi. Il primo esempio italiano visitato da RetailWatch è a Novara, piazza battagliata.
La location
Al limitare della campagna a Novara Ovest, divide il capannone con un interessantissimo DocksMarket, eredità di Promodes e prima ancora di Garosci, nel Gruppo Végé. Oltre a dividere il fabbricato (e la toilette, molto pulita durante la nostra visita) Supeco divide il parcheggio, scoperto-coperto. Novara è città davvero battagliata: Esselunga è a qualche centinaia di metri, poco distante l’Ipercoop, diversi Carrefour, U2, Il Bennet a Bellinzago. Non distante da qui, sempre in provincia di Novara, alla fine degli anni ’90 lo stesso gruppo sviluppò Idea Carrefour, una diversificazione verso il discount. Nella provincia di Milano, nel 2013, sempre Carrefour, a Cusago sviluppa un GrossIper, metà discount, metà supermercato, metà cash and carry (ad entrata libera). Il gruppo cerca di capire come dotarsi di un portfolio di concept il più ampio possibile. GrossIper non regge alla concorrenza delle promozioni in una location sfortunata, ma soprattutto sfortunata nel ragionare sul mix della marginalità e chiude nel 2015. Peccato perché gli assortimenti erano giocati sulla profondità che sulla ampiezza. Avrebbe meritato di più per il coraggio dimostrato.
La superficie di Supeco-Novara è di circa 250 mq, come riferito una porzione di superficie precedentemente occupata da DocksMarket.
Il brand
Supeco sta per Supermercato Economico. Forse più che contrarre il nome conveniva lasciare Supermercato Economico, naming più incisivo di Supeco, e soprattutto indicativo immediatamente della mission del negozio. Non c’è presenza del brand Carrefour, nemmeno stilizzato dall’alabarda, se non per quelle due lucine nel banco dell’accoglienza…
L’offerta
L’assortimento è di circa (contate male) 1.600 referenze di scatolame food e non food. Ci solo solo brand nazionali, per la gran parte, e qualche brand locale, che gioca il ruolo di outsider per le offerte. Il negozio è partito con un volantino (che vedete nel filmato di RetailWatch) con nome e due sole referenza molto tagliate: 500 gr maionese Calvè, 0,99e e tagliatelle Antonelli 250 gr, 0,49e e altre ancora raggruppate dopo l’ingresso sulla sx. Dovrebbero essere sufficienti per attirare persone, professionisti, negozianti e ristoratori alla ricerca del prezzo basso. In realtà la filosofia non si gioca sulle offerte ma sui prezzi bassi, continui. In questo è simile al “Casino 100% prezzi bassi”, già visitato in Francia da RetailWatch in anni più lontani, Il retailer francese, oltre ad adottare il prezzo basso continuo, al limite del discount, adottava il giallo come colore corporate e particolare. Il giallo, come si sa, è colore segnaletico di per sé.
Non sottovalutate l’assortimento con un’occhiata superficiale: le categorie coprono tutti i bisogni in estensione, come detto, e non in profondità con i brand dell’IDM. Chi ha disegnato questi assortimenti dovrebbe essere lo stesso manager, secondo RetailWatch, che ha deciso quelli di Cusago, Alberto Coldani, una vecchia volpe nello sviluppo di nuovi concept. È stato cesellato con prudenza e rispetto di quel che potrà pensare l’acquirente, sia esso il singolo individuo sia il professionista. Facciamo qualche esempio: la pasta (senza Barilla), i superalcoolici, il pet food, il caffè, l’igiene femminile e del bambino, il pesce confezionato e via dicendo. Lo stesso vino non lascia dubbi per l’ampiezza e la pochissima profondità. I prezzi, per i parametri di RetailWatch, sono i più bassi, anche se di pochissimo, della battagliata piazza di Novara.
Come riferito non ci sono MDD (tranne un paio di vini, con nome di fantasia dell’assortimento Carrefour), tutte marche e formati comparabili, ecco perché il prezzo deve essere forzatamente basso. Il concept, certamente è sperimentale: l’assortimento sarà rivisto alla luce dei risultati nei primi mesi del 2017, soprattutto per arrivare a un mix di margini interessante per il conto economico.
Non ci sono reparti a servizio, non c’è l’ortofrutta, nemmeno una referenza, il pane è ridotto alla bisogna, confezionato.
Le offerte, una decina in tutto, sono all’ingresso, sulla sx, come riferito, con ben impresso il prezzo competitivo, tanto far capire che tutto l’assortimento dovrebbe essere all’altezza di chi cerca convenienza. Il fatturato a regime dovrebbe essere di circa 8 mio, basso il numero di scontrini, ma elevata la battuta, 18 euro circa.
Gondole di 2,30 mt, riserve all’osso al di sopra, forse, in parte insufficienti come nel caso dell’acqua in estate.
Le casse sono 2.
Dove inserire il concept
Dove possiamo ascrivere un simile concept? Ci siamo già sbilanciati per il soft discount, ma possiamo anche annoverarlo nei negozi dell’efficienza per il ridotto uso di manodopera.
Ce la farà Supeco, il Supermercato Conveniente? È una bella scommessa, non è vero?
Punti di forza
Assortimento largo e non profondo, Prezzi bassi continui, Ridotto costo del lavoro, Ordine e pulizia, Toilette in comune con il DocksMarket
Punti di debolezza
Ingresso per le auto problematico, dal corso Vercelli, Manca l’ortofrutta non si può fare la spesa completa
La sostenibilità di Supeco
Coerenza fra il posizionamento e la sua realtà 4
Distintività e rilevanza versus i competitor 3
Rapporto experience-prezzo 2
Sostenibilità 3
Attenzione alle nuove tecnologie e all’innovazione 2
Attenzione ai millenials 3
Attenzione ai senior 3
Creazione di una community 2
Trasparenza 3
Scala di valori da 1 a 5, 1 basso, 5 elevato