C’è uno strano supermercato che invece di vendere ricicla

Data:

Giugno 2020. Decò, insegna del gruppo campano Multicedi (Vegè), ha inaugurato di recente il suo ventunesimo SupermaRpet. No, non si tratta di un errore di battitura, ma del neologismo utilizzato per individuare il format del punto di riciclo di materiali in PET, realizzato in collaborazione con il consorzio volontario Coripet, installato presso i punti vendita della catena (nella foto

Decò continua (dal 1993) il suo investimento su un aspetto della sostenibilità della spesa purtoppo ancora poco valorizzato: la circolarità. Come nella chimica degli elementi, citando Lavoisier, “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma…liberando energia”, così per questa iniziativa: la bottiglia o il flacone in PET uscita dal punto vendita vi ritorna e il suo riciclo in RPET (che può essere a sua volta riciclato per infinite volte) libera per il cliente un buono spesa.

A sistema parliamo di centinaia di migliaia di bottiglie sottratte dall’ambiente ogni anno, non poco di questi tempi. Guardate anche cosa fa Ferrarelle (tra l’altro socia di Coripet, insieme ad altri leader di canale e aziende di riciclo) e provate ad immaginare la prospettiva.

Il format del SupermaRpet

La stazione di riciclo, grande circa 20 metri quadri, è installata all’ingresso del punto vendita: il cliente, prima di fare la spesa, è invitato a conferire le bottiglie di plastica accumulate in una macchina in grado di riconoscere la natura della bottiglia (grazie ad un database che legge gli EAN prodotto, possono essere conferite anche bottiglie comperate in altre insegne o canali) e di schiacciarla nel modo corretto, conteggiandola nel portafoglio elettronico del cliente. Ogni bottiglia equivale ad un punto e, al raggiungimento di 200 bottiglie conferite, viene erogato un buono spesa di 3,00 €. Il tutto utilizzando, per l’autenticazione, la propria carta fedeltà “Essere Decò” o (in alternativa) una carta Coripet appositamente creata.

L’impianto è completamente brandizzato, è attivo un numero verde per l’assistenza in caso di malfunzionamenti.

La sostenibilità dell’iniziativa

A conti fatti, ogni bottiglia in PET conferita (peso medio 30-35 grammi per il formato da 1,5 litri) vale un centesimo e mezzo. Il classico fardello da 6 equivale a 10 centesimi in tasca al cliente. Un KG di PET restituito (circa 30 bottiglie, consumo medio mensile di una persona), frutta tra i 45 e i 50 centesimi, da accumulare e spendere poi di nuovo nel punto vendita.

Raccolto in questo modo, in una sorta di circuito chiuso del PET, la qualità del materiale da riciclare è molto alta e la sua quotazione di mercato può arrivare anche a 450 euro a tonnellata. Il progetto, quindi, potrebbe quasi autosostenersi; certo Decò fa la sua parte e mette a disposizione spazi e risorse umane ed economiche.

La domanda vera è: perché rischiare, investendo tempo e risorse, in un progetto senza guadagni economici? Perché, semplicemente, è giusto. Lode a chi si mette in gioco, investendo in un progetto di ecosostenibilità, sapendo che il ritorno sarà a beneficio non solo proprio, ma di tutto il sistema. Gli altri cosa fanno? Ci sono autostrade da percorre, anche i più strutturati latitano.

Quanto si sta facendo, ad oggi, su riduzione degli imballaggi, degli sprechi di cibo, consumo del suolo, riduzione delle emissioni logistiche?

Ben venga il Decò style allora e che possa essere da esempio a chi, di sostenibile, vuole solo il cordone della propria borsa sempre piena.

IL GIUDIZIO DI RETAILWATCH

 Punti di forza

Vantaggio economico per il cliente

Ritorno d’immagine per l’azienda, la prima ad aver implementato su larga scala un progetto del genere

Punti di debolezza

Necessaria la carta fedeltà fisica (non si poteva smaterializzare il processo utilizzando, magari, l’App aziendale)?

Vincolo territoriale: se la mia carta fedeltà è stata sottoscritta a Napoli, non posso conferire il PET a Caserta e viceversa. Logica un po’ anacronistica, ormai il cliente non fa più la spesa soltanto sotto casa, ma sceglie la meta della sua shopping experience in base a tanti fattori: vicino al posto di lavoro, dove il parcheggio è più agevole, nel punto vendita in cui si sente più accolto.

Etichetta leggibile: la macchina rifiuta etichette non leggibili, può essere un problema. A tal proposito una curiosità: ma Decò conosce anche i codici EAN dei prodotti a marchio dei suoi competitor?

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Sei umano? *

Condividi:

Popolari

Articoli simili
Related

GruppoArena Vs EuroSpin Sicilia. Come la concorrenza discount impatta su un leader regionale.

Che impatto ha una quota discount regionale elevata (>30%) su un'azienda leader del comparto super?Scopriamolo analizzando i conti del Gruppo Arena e di EuroSpin Sicilia.

MD vs Dimar. Due modelli a confronto.

I modelli di business vincenti in ambito super e discount sono profondamente diversi. Analizziamo quelli di due aziende importanti (Dimar & MD), scoprendo che non sono sempre i discount a fare la parte del leone nel produrre profitto.

Carrefour & gli errori da evitare nel Franchising.

Carrefour in Italia ha privilegiato lo sviluppo del franchising. Analizziamo le sfide che derivano da tale settore e i numeri di una società (GS SpA) molto importante per il Gruppo.

La concentrazione di DMO ha pagato? Analizziamo i numeri di Gruppo.

DMO SpA, nel tempo, in ambito distributivo ha scelto di focalizzarsi su drugstore e profumerie, cedendo il controllo di attività no core. Vediamo, analizzando i numeri, se la scelta ha pagato o meno.