Censis: in 25 milioni scelgono l’ambulantato
Marzo 2014. Negli ultimi anni le famiglie italiane hanno attuato una ridefinizione profonda della matrice dei consumi, attaccando sprechi ed eccessi in nome di una nuova sobrietà.
Il 48,6% degli italiani dichiara di avere mutato intenzionalmente le abitudini alimentari cercando di risparmiare. In sostanza:
– il 63,4% sceglie gli alimenti tenendo in maggiore considerazione il prezzo più conveniente;
– danno la caccia alle promozioni, con il 76% degli italiani, contro il 43% della media europea, che si dichiara interessato all’acquisto di prodotti promozionali nel punto di vendita;
– scelgono di più i prodotti a marca commerciale, con oltre il 62% (erano il 59% nel 2012 e il 41% nel 2011) che nell’ultimo anno ne ha aumentato gli acquisti.
Dai primi anni 2000 a oggi sono diminuite del 6,7% le spese per prodotti alimentari, del 15% quelle per abbigliamento e calzature, dell’8% quelle per l’arredamento e per la manutenzione della casa, del 19% quelle per i trasporti. Viceversa sono cresciute alcune spese incomprimibili, come quelle per le utenze domestiche e la manutenzione della casa (+6,3%) e quelle medico-sanitarie (+19%). I consumi descrivono, dunque, un Paese sotto sforzo o, meglio, profondamente fiaccato da una crisi persistente. Nell’ultima parte del 2013 ben il 69% di un campione di 1.200 famiglie analizzate dal Censis e Confcommercio ha indicato una riduzione e un peggioramento della capacità di spesa nel corso dell’anno. Appena il 2% ha indicato un miglioramento.
In ripresa l’ambulantato
La scelta del luogo di acquisto è strategica, tanto che decolla il commercio ambulante, con quasi 5.000 unità in più nel periodo 2010-2012 e oltre 25 milioni di italiani (di cui il 78% donne) che vanno al mercato almeno una volta alla settimana; inoltre, il 51% degli italiani (erano il 41% nel 2012) ha aumentato gli acquisti presso gli hard discount e il 24,4% pratica lo shopping online.