Centri commerciali in positivo (senza ipermercati)
Ottobre 2015. Massimo Moretti, presidente di Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) nel presentare i dati ai suoi associati e agli analisti non riesce a nascondere un largo sorriso: “Abbiamo cambiato rotta: i nostri indicatori sono positivi”. E ha ragione: lo sarebbero ancor più se anche gli ipermercati, ancora àncore importanti dei cci attuali, lo fossero anch’essi.
Le affluenze, dice Moretti ad agosto 2015 sono cresciute del 3,2%, complice il gran caldo e la ricerca di refrigerio. I cantieri aperti sfiorano ormai i 500.000 mq di gla per un valore oscillante da 1,5 a 2 mld di euro di investimenti:
. Nichelino I Viali 31.000
. Mondovi 27.000
. Arese 92.000
. Brescia Roncadelle 38.000
. Scalo Milano 40.000
. Verona Adige 42.000
. Grosseto 24.000
. Roma Maximo 60.000
. Salerno Cotoniere 28.500
. GrandePuglia 40.000
E anche le vendite per 4 trimestri sono positive (sempre non contando le negatività degli ipermercati). E sono i negozi di abbigliamento a dire che la nottata è passata: 6 trimestri di fila con il segno positivo. E che dire, poi, di servizi, vera isola di ottimismo?
Certo in volume le transazioni nel 2014 sono diminuite e così anche nei primi mesi del 2015, ma che importa:
. le operazioni sono in single asset,
. ricominciano gli investimenti al sud (come la Cartiera di Pompei acquisita da Ece),
. diverse sono le operazioni di sviluppo e di ampliamento.
Vogliamo poi parlare delle aggregazioni, sottolinea Moretti? Nel 2015 Corio ha arruolato Klepierre.
Insomma, ecco in poche battute, l’evoluzione:
. diminuiscono i cci come numero totale,
. bisogna rivedere le food court,
. molti cci stanno diventando destination
. aumenta l’interesse per il leasure e le food court,
. le tecnologie avranno un ruolo sempre più importante,
. nasceranno nuovi lifestyle center,
. si spera anche in un rigenerazione urbana.
E Massimo Moretti sorride ancor più volentieri (“Non fosse per gli ipermercati…).