Cfi-Altromercato: ecco gli italiani responsabili

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Cfi-Altromercato: ecco gli italiani responsabili

Dicembre 2013. Cfi Group ha svolto recentemente una ricerca per Altromercato che ha lanciato il primo Osservatorio del vivere responsabile. RetaiWatch ha intervistato il curatore, Alberto Stracuzzi, business director.

“La popolazione vive in confusione, è bombardata da molti messaggi di comunicazione dei più svariati tipi e provenienti da piattaforme diverse. Tutti parlano di responsabilità. Ma per le singole persone questo termine assume significati diversi: vuol dire alimentarsi bene, km 0, difendere l’ambiente, difendere la propria famiglia. La complessità di messaggi non vuol dire automaticamente conoscere e sapere che il problema esiste e quindi non trova corrispondenza con atteggiamenti diretti di responsabilità collettiva o sociale.

. L’ethical washing. Nessuna azienda oggi, dice Stracuzzi, si rifiuta di parlare di reponsabilità sociale. Tutte hanno un bilancio sociale. Diverse imprese però offrono prodotti civetta per fare ethical washing, si lavano la coscienza dicendo, noi trattiamo anche prodotti e servizi etici. Alcune altre aziende, invece, hanno un orientamento totale a favore dell’etica e dell’ambiente: hanno alzato l’asticella di competizione nel mercato per sottrarsi a una mera concorrenza di prezzo. Con indubbi benefici per le persone, la società e per l’ambiente.

. La consapevolezza. Abbiamo cercato, nella ricerca, di capire quando le persone cambiano atteggiamento. Abbiamo scoperto che alcuni fattori sono potenti. Uno dei meno potenti è la consapevolezza: molti sanno che ci sono paesi nel mondo svantaggiati, piccole imprese etiche che non reggono la concorrenza di mercato, ma non tarsformano la conoscenza in atti precisi. Sono altri i fattori che cambiano la società: la condivisione valoriale in primis, ma anche gli interventi dei governi e delle diverse autorità. Infine gli atteggiamenti e la conoscenza si trasformano in atti positivi e concreti quando il consumatore intravvede dei benefici reali nei prodotti e nei servizi che acquista. O si trova il connubio fra benefici e conoscenza o altrimenti vedremo che molti prodotti e servizi, anche orientati all’ambiente e alla consapevolezza sociale, non si trasformeranno in casi di successo”.

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