Colella-AchiveGlobal: l’outosourcing e il Pil
Febbraio 2014. Igino Colella, Achive Global, ha svolto recentemente per Ailog una ricerca sull’outsourcing nella logistica. “Chi usa l’outsourcing -sottolinea Colella- è molto soddisfatto. C’è anche la conferma, però, che chi non usa l’outsourcing lo fa per la paura di perdere il controllo delle operation. Sono soprattutto medie e medio-piccole imprese.
Ailog è una Associazione che si occupa da sempre di logistica. Il suo compito è diffondere la cultura logistica, le best practise che contraddistinguono questo settore. Migliorare il livello medio della competenza logistica. L’outsourcing migliora l’efficacia e insieme l’efficienza, perché uno dei tempi affrontati dall’outsourcing è la riduzione dei costi.
Domenico Anetti, direttore della logistica di Lavazza ha detto a suo tempo: dopo aver ridotto i costi laddove era possibile, ho condiviso con tutto il network l’esperienza dell’outsourcing rivolgendomi proprio a un operatore logistico esterno.
Uno dei passaggi chiave nell’affrontare l’outsourcing è di non mettere come obiettivo primario la riduzione dei costi. Che comunque può portare a risparmi compresi fra il 5 e il 7%. Il vero punto non è il valore dei costi che si possono ridurre ma il mix dei servizi che si possono ottenere con l’outsourcing: il livello di servizi garantiti, la riduzione dei costi, l’innovazione.
Uno degli elementi chiave è proprio l’innovazione. È difficile che una struttura logistica interna all’azienda, concentrata sulle operation classiche riesca anche a fare innovazione e al miglioramento del servizio.
Le filiere italiane sono lunghe. La loro struttura complessa impatta sul Prodotto interno lordo. La logistica è stata il motore di sviluppo dell’Italia del Rinascimento ed è assurdo che la merce destinata alla Lombardia faccia scalo a Rotterdam e arrivi via camion a Milano producendo una quantità di inquinamento impressionante e un impoverimento del Pil.