Giugno 2019. Pensate che ormai, visto che si parla di mobile shopping e digital retail, il commercio nel food l’abbia scampata bella? Cioè che le quote di mercato dell’e-commerce rimarranno basse? Che ormai è indistinto per il consumatore, come sostiene giustamente Edmondo Lucchi di GFK, andare nel fisico e contemporaneamente, o prima o dopo, nell’off line, o viceversa? Che tutte le resistenze inter piattaforma siano saltate?
È tutto vero, tutto e il contrario il tutto. Piuttosto che di superamento dei canali però, giusto per essere precisi, bisognerebbe parlare di superamento della contrapposizione fra on e off line. I canali di vendita sono un’altra cosa e discount e superstore, ipermercati e superette e supermercati, intesi come canali, è meglio che continuino la loro corsa e le statistiche ci consegnino questi comportamenti per canale, giusto per capire cosa sta succedendo.
Invece la liquidità ha corroso – e GS1 Italy ha fatto bene a sottolinearlo – la vecchia contrapposizione fra on e off line, facendola diventare un unicum.
Ripetiamo allora la domanda: il commercio che sta resistendo a questa liquidità, nel senso che fa fatica ad adeguarsi, l’ha scampata bella?
Macchè.
L’opinionista e ricercatore inglese, Ken Hughes, pensa che la vera rivoluzione avverrà a breve, quando la Generazione Z diventerà il più grande cluster, per età, di consumatori al mondo. Prospettiva che, a suo avviso, rende il futuro del retail e dell’IDM eccitante e spaventoso allo stesso tempo e richiede di cambiare il modus operandi, mettendo questo gli Z al centro del modello di business e soprattutto di implementazione.
Una sottolineatura su Ken Hughes: ha un modo di presentare argomenti complessi in modo ironico e leggero, confondendo la realtà con l’immaginazione, ma arrivando a stilare la sua classifica di item di comportamenti virtuosi per convivere la generazione Z che incentra tutto sul Me. E cioè:
. Immersività,
. Connessioni forti e veloci,
. Capire il senso del Vocal,
. Flessibilità,
. Me economy,
. Frictionless, copyright Marc Zuckerberg, o meglio, ridurre la complessità,
. Autenticità,
. Produrre emozioni.
Come siamo arrivati a questo?
. Le connessioni 1.0. Servizi postali, Segnali di fumo e piccioni viaggiatori.
. Le connessioni 2.0. Carta stampata, radio, telegrafo.
. Le connessioni 3.0. Internet, mobile, intelligenza artificiale.
E anche Hughes, a questo punto, ci regala il modello economico e comportamentale che esce dopo la omnicanalità: omni present, cioè il retail e l’IDM dovranno essere presenti in ogni dove. Possibile? Possibile, anzi: necessario.
Luca Zanderighi, che cura l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, riporta anche Hughes alla dura realtà dei numeri, d’altronde è un ricercatore e un professore universitario. Che altro potrebbe fare se non ricordare la debacle del retail non food sommerso prima dalle GSS e adesso dall’e-commerce?
Ma, come dice Hughes, non crogiolatevi, non c’è tempo: la Generazione Z sta bussando alle porte.
Fonte: Oltre i canali, oltre le categorie, Gs1 Italy, Piccolo Teatro, 20 giugno 2019.
Musica consigliata per questo articolo: Gustav Mahler, Sinfonia in La minore n° 6