Luglio 2019. RetailWatch è tornato fra gli scaffali dell’U2-Unes/Finiper pe ribadire alcune cose:
. il posizionamento del retailer cambia abbracciando la causa della difesa del pianeta,
. cambia anche la sua mission, e per renderla visibile deve migliorare la comunicazione,
. deve aumentare gli educational e soprattutto le dimostrazioni a favore della sua tesi.
- L’uso dei concentrati nel chimico permette di ridurre il numero di confezioni necessarie a lavare.
- L’uso di plastica di seconda vita permette di non produrre più plastica nuova.
- Lo spreco fa male al portafoglio e al pianeta: questi sono i due assi sui quali comunicare.
- La sostenibilità è un affare per chi produce, per chi vende e per chi compra. Ma soprattutto è un affare e un obbligo verso l’ambiente.
L’intervista a Mario Gasbarrino, Ad di U2-Unes/Finiper (leggi qui) introduce cambiamenti strutturali nel ruolo del retailer, obbliga i brand dell’IDM a ragionare su nuovi parametri di prodotto, logistica e comunicazione.
Ci vuole un Compromesso Storico fra IDM, GDO e Consumatore facendo capire la logica di cui sopra, che è win win.
D’altronde non avete sempre detto di mettere il consumatore al centro?
Concordo pienamente sulla necessità di passare ad una “minor produzione’ di plastiche, ma senza un continuo lavoro di “formazione ed informazione” del Consumatore non si va lontano… specie in ambito di detergenza siamo troppo abituati all’equazione “più quantità uguale a maggior risultato” e da anni i concentrati non riescono ad emergere adeguatamente come meriterebbero. Se a questo aggiungiamo la “fame di volumi” di Industria e Distribuzione si capisce ancora meglio la situazione.