Luglio 2020. Una nuova incognita sulla grande distribuzione siciliana, già martoriata da crisi economiche e vertenze occupazionali. Anche Coop Alleanza 3.0 si disimpegna in prima persona dalla Sicilia con la dismissione di tutti i punti vendita del territorio a favore dei privati tramite un sistema di franchising.
La notizia ha destato preoccupazione tra i lavoratori, il 50% dei quali si trova nel territorio catanese, e messo in allarme i sindacati. Il primo a prendere posizione è stato Davide Foti, segretario generale Filcams Cgil di Catania.
“C’è grande amarezza e rabbia – spiega il sindacalista – per la decisione di Coop. Da diversi anni i lavoratori hanno subìto varie riorganizzazioni e il ricorso agli ammortizzatori sociali. Coop aveva promesso di avviare un piano di sviluppo e nuove aperture, ma tali impegni sono stati sistematicamente disattesi”.
“Oggi ci sentiamo traditi – prosegue Foti – e dobbiamo fare i conti con la grandissima incognita legata al franchising che acquisirà questo ramo aziendale. A inizio della prossima settimana incontreremo la Newco di cui sconosciamo nome nel tentativo di avere maggiori chiarimenti. A Catania, come in tutta la Sicilia, non ci possiamo permettere di perdere nessun posto di lavoro”.
Coop, dal canto suo, inquadra l’operazione nell’ambito di un piano di rilancio con orizzonte temporale 2023 attraverso “la riorganizzazione e ristrutturazione della rete di vendita con chiusure e/o cessioni di negozi (in parte già avviate dallo scorso anno) ma anche con nuove aperture in arco del piano. Tutte queste attività sono state, e saranno, realizzate con grande attenzione all’occupazione e seguendo un criterio di forte responsabilità sociale che, da sempre, contraddistingue Coop”.
“In questo contesto – assicura l’azienda – e in coerenza con le linee guida del Piano di Rilancio, si inserisce la decisione di dare avvio ad un piano di riassetto della rete di vendita di Coop Alleanza 3.0 in Sicilia che soffre da tempo di andamenti strutturali in costante perdita, oggi non più sostenibili economicamente. Per questo la cooperativa prevede di gestire i 12 punti vendita della Sicilia tramite un accordo di franchising che ne affiderà la gestione e il rilancio a un imprenditore locale con esperienza nel settore. Una soluzione che ha come obiettivo il duplice vantaggio di salvaguardare appieno l’occupazione e mantenere la presenza del marchio Coop in Sicilia rilanciando la centralità dei prodotti a marchio, preservando al contempo la mutualità per i soci e tutti i vantaggi per i soci e per i clienti”.
“Ad oggi la Cooperativa ha ricevuto diverse manifestazioni di interesse da soggetti imprenditoriali, tra queste, ha deciso di avviare una trattativa, scegliendo un imprenditore locale che risponde a tutti gli stringenti requisiti richiesti dalla cooperativa. I franchisee infatti devono rispettare requisiti precisi: presenza territoriale, reputazione e rispetto della legalità, affidabilità economico-finanziaria. L’imprenditore inoltre si deve impegnare a garantire il rispetto dei contratti collettivi nazionali, e degli standard Coop su: norme igienico-sanitarie, diritti dei lavoratori, adesione a normative nazionali e locali su – ad esempio – attività commerciali, urbanistica, uso dei marchi”.
“Con questa operazione, inserita nel Piano strategico della cooperativa che prevede anche una razionalizzazione della rete di vendita, siamo riusciti ad evitare chiusura dei negozi – conlude Coop Alleanza 3.0 – e dare il nostro contributo alla gestione del delicato tema occupazionale, secondo quel criterio di responsabilità sociale che, da sempre, contraddistingue il nostro operato. L’obiettivo è stato quello di elaborare una soluzione che, tenendo conto del complesso contesto economico e delle istanze territoriali, garantisse continuità alla presenza del marchio Coop al sud, impatto zero sull’occupazione e una ritrovata sostenibilità economica che ci consenta di proseguire nel percorso di rilancio della cooperativa in tutti i territori in cui siamo presenti a beneficio di soci e clienti”.
Fonte: LaSiciliaWeb, 17 luglio 2020
Non è una bella notizia, ma meglio così che mandare tutti a casa.
I tempi sono duri.