Coop-Nielsen: fuoricasa vs consumi indoor. Vince…
Febbraio 2015. Nonostante la fase più acuta della recessione alle spalle, i nuovi stili di vita, che minori disponibilità economiche hanno aiutato a far emergere, si sono radicati nella quotidianità. Lo rivela il Rapporto Coop redatto con Nielsen. Ne hanno fatto le spese anche i consumi alimentari fuori casa.
Negli anni della crisi, infatti certi consumi sono stati oggetto di una profonda recessione. Nel rivedere le proprie abitudini alla luce di vincoli di bilancio sempre più stringenti, due italiani su tre hanno limitato le uscite fuori casa (67%), più di quanto abbiano tagliato su viaggi vacanze (60%), cinema, teatro e concerti (57%) e abbigliamento (54%). A partire dai dati sosta è possibile stimare che rispetto al 2010 le famiglie hanno rinunciato due occasioni di consumo alimentare extra domestico al mese.
Peraltro, cede terreno anche il take away (-10% come numero medio di visite in apertura di 2014). Tale tendenza rafforza il ritorno alla vita all'alimentazione indoor sia casa che in ufficio.
Si diffondono soprattutto tra i giovani, l'abitudine a pranzare cenare più frequentemente presso la famiglia di origine (41% degli italiani) e il pranzo al sacco sul posto di lavoro (per il 42,7%). La casa sta tornando ad essere un luogo di ritrovo, dove ci si riunisce per una cena con gli amici (66,8%).
Fronte di una caduta complessiva del fuori casa che a fine 2013 era ancora superiore al 2,5%, i primi mesi del 2014 prospettano un lieve recupero delle consumazioni al bar (+0,9%), segno che il mito della brioche del cappuccino tornano a farsi largo come momento di socializzazione. Al rito del caffè al banco, del resto, gli italiani sembrano non aver rinunciato: secondo un rapporto della Federazione italiana pubblici servizi, gli italiani spendono fino a € 1200 all'anno in colazione al bar.