Dicembre 2016. Non sono facile agli entusiasmi. Quando Feltrinelli lanciò LeFel scrissi che sembrava una cartoleria degli anni 80. Di Carrefour Planet scrissi che era un progetto realizzato con 20 anni di ritardo.
Non sono nemmeno un fan di Amazon, penso che eBay sia stato molto più innovativo, e Amazon alla fine l'abbia copiato migliorandolo il modello del marketplace.
AmazonPrimeNow non mi ha scaldato il cuore. tuttavia penso che il retail fisico è spacciato.
Eppure quando ho visto il video di AmazonGo sono rimasto senza parole.
La determinazione del costo di ciò che si acquista e del relativo pagamento è la fase più stupida, inutile e, dal punto di vista del consumatore, priva di qualunque valore aggiunto del processo di acquisto. E' evidente che per raggiungere questo risultato la tecnologia necessaria è molto complessa, soprattutto per un supercato, molto pervasiva e soprattutto costosa.
Il fatto che Amazon si sia concentrata su questo aspetto per certi versi marginale se non banale, dimostra, a mio tutt'altro che modesto avviso, che Amazon sia davvero partita dalle esigenze dei clienti o dalla accettazione che la migliore shopping experience è quella che non c'è. Un'idea che caratterizza anche il marketplace di Amazon.
Se giudicate il mio entusiasmo eccessivo, ricordatevi che in fondo la distribuzione moderna nasce dal rinnovamento di aspetti marginali: la determinazione del margine secondo una logica di rotazione e il libero servizio.
Negli stessi giorni, Coop e Accenture hanno inaugurato il loro Supermercato del Futuro. Anche qui la tecnologia è onnipresente, Ma lo è, in primo luogo, in modo ridondante perché non fa altro che replicare quello che potrebbe fare lo smarphone che tutti noi ci portiamo dietro. E sostanzialmente non fa nulla per farci risparmiare tempo, anzi sembra che faccia di tutto per farci stare ancora di più nel negozio.
Nell'immaginare il futuro, Coop e Accenture sembrano essere stati ispirati da certi film di fantascienza, dove si vedono grandi computer pieni di luci che si accendono e si spengono e robot goffi e impacciati nel tentativo di imitare il comportamento umano. È tutto predisposto per impressionare il cliente.
Le tecnologia del Supermercato del futuro è rassicurante e per certi versi innocua, è un abbellimento per fare le stesse cose: vendere ostentando un tecnologicamente avanzatissimo servizio al cliente.
Se fossimo nel film The prestige, di Christopher Nolan, dove due prestigiatori competono fino alla morte, la tecnologia di Coop e Accenture è la macchina di Tesla, sul palco dei teatri conquista la scena e fa una cosa prodigiosa, senza trucchi e senza inganno, ma nell'economia della storia ha il precipuo scopo di distrarre noi spettatori dal vero prodigio nei cui confronti, alla fine, perde ogni fascino.
In AmazonGo, al contrario di hardware se ne vede pochissimo, anche se la tecnologia è molto più evoluta e potente di quella del Supermercato del futuro.
Se fosse un film di Nolan sarebbe Inception, un altro film sull'inganno degli spettatori, dove si racconta di una tecnologia che permette di entrare nei sogni delle persone e innestargli delle nuove convinzioni, nel film però si scrive sulle lavagne con i pennarelli e i modelli della città sono fatti in legno come una volta.
La tecnologia di AmazonGo come quella di Inception è più poetica e leggera, mette al centro le persone. E proprio per questo è spaesante.
CoopBicocca/Milano vs AmazonGo: che fare?
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CoopBicocca/Milano vs AmazonGo: che fare?