Cresce il reddito delle famiglie, ma aumentano le diseguaglianze
Giugno 2018. Nel 2016, in Italia, il reddito lordo disponibile pro capite delle famiglie consumatrici è pari a 18.191 euro, in aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente.
Il reddito aggiustato lordo disponibile pro capite del totale delle famiglie è, invece, pari a 21.829 euro; se espresso in Parità del Potere d’Acquisto (Ppa), in modo da depurare l’effetto delle differenze di livello dei prezzi, ammonta a 21.411 Ppa, un valore inferiore del 2,3% alla media europea (21.924 Ppa) e del 9,7% alla media dell’area Euro (23.171 Ppa).
Il reddito lordo disponibile pro capite delle famiglie consumatrici continua quindi a crescere; anche tra il 2014 e il 2015 si era, infatti, registrato un aumento dell’1,6%.
Crescono reddito e diseguaglianze
Nello stesso periodo l’aumento del reddito si è tuttavia associato a un aumento della disuguaglianza
. In Italia il rapporto tra il reddito totale posseduto dal 20% della popolazione con i redditi più alti e quello del 20% con i redditi più bassi è salito a 6,3 da 5,8, contro una media europea di 5,1 (che si mantiene sostanzialmente identica a quella dell’anno precedente). La disuguaglianza cresce anche in Bulgaria, Grecia (entrambe con livelli di disuguaglianza superiori all’Italia), Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Slovacchia e Svezia. In tutti questi casi (ad eccezione della Grecia) l’aumento della disuguaglianza si accompagna a un aumento del livello di reddito.
La crescita della disuguaglianza nella distribuzione del reddito ha determinato anche un aumento del rischio di povertà. Quest’ultimo indicatore fornisce una misura di tipo relativo, che definisce a rischio di povertà chi vive in famiglie con un reddito equivalente non superiore alla soglia di povertà (posta pari al 60% del reddito equivalente mediano calcolato sul totale delle persone residenti). Più elevato è il reddito mediano, maggiore è il valore della soglia.
In Italia, la soglia calcolata sui redditi 2015 è superiore del 2,5% a quella dell’anno precedente e la quota di popolazione a rischio di povertà è passata dal 19,9% (reddito 2014) al 20,6% (reddito 2015), un valore di circa 3,3 punti percentuali superiore alla media europea.
Quote più elevate di quella italiana si registrano in Grecia, Estonia, Lettonia, Lituania, Spagna, Romania – paesi per i quali, tuttavia, il rischio di povertà non è aumentato – e Bulgaria, che, insieme a Lussemburgo (dove il valore della linea di povertà diminuisce) e Paesi Bassi, mostra un aumento del rischio di povertà simile a quello rilevato in Italia.
Fonte: Istat