Daveri-Uniparma/Bocconi: contro la crisi la qualità
Novembre 2013. Francesco Daveri, macro-economista dell’Università statale di Parma e dell’Università Bocconi, per leggere la crisi economica, finanziaria e dei consumi attuale, scende sul piano micro-economico e afferma: “Per combattere questa crisi, profonda, non bisogna abbandonare la qualità”.
Secondo Daveri ci sono una serie di piccoli segnali, che, se confermati in futuro, un futuro prossimo, sottolineano come stiamo ormai uscendo dalla crisi.
Il debito e le tasse pesano sul Pil, ma crescono gli ordini dell’industria italiana che esporta, mentre la domanda interna sembra sulla via di stabilizzazione. Cresce anche se in modo discontinuo la fiducia dei consumatori e delle imprese.
Occorre però creare nuovi posti di lavoro. Daveri, a questo proposito, sposa una filosofia, quella di Enrico Moretti, professore a Berkley, Usa. Moretti ha scritto una ricerca che è tanto piaciuta al presidente Obama, Geography of job. Ha tirato fuori dal cilindro un numero, cinque, e ha spiegato che per ogni nuovo occupato in settori strategici o trainanti si creano altri cinque posti succedanei, due di lavori specializzati e altri tre senza una qualificazione precisa. I settori trainanti, sottolinea Daveri, sono importantissimi, soprattutto in momenti come questi.
La spesa pubblica italiana, dice Daveri, protegge solo l’esistente e non guarda al futuro, alla crescita.
Non è vero che le piccole aziende non hanno gli strumenti per competere, anche paragonati alla grande industria.
Per leggere la crisi e la sua evoluzione, nonché i percorsi per uscire dalla crisi, Daveri cita alcuni passi di un libro, “Piccole e medie imprese che battono la crisi”, riguarda alcuni insegnamenti di artigiani e piccoli imprenditori che ce la stanno facendo:
. Abbiamo ricominciato a crescere quando abbiamo smesso di dare la colpa agli altri, dice un piccolo imprenditore,
. Ti compreresti la casa che stai vendendo al prezzo alla quale la offri? Si chiede un piccolo costruttore edile,
. Le anatre depongono le uova in silenzio, le galline invece lo fanno schiamazzando. E così il mondo mangia le uova di gallina. E questo riguarda, certamente, chi si occupa di marketing.
Capito la lezione?
La testimonianza è stata raccolta durante il convegno “Crescere con la fedeltà in tempo di crisi”, Osservatorio fedeltà, Università degli studi di Parma