Dice Centromarca che di fake news l’azienda può anche morire. Il dibattito e le soluzioni

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Settembre 2019. Le notizie false su internet e anche sulla carta stampata e nei programmi radio televisivi (le fake news) stanno mettendo a dura prova i nervi delle aziende.

Centromarca ha realizzato uno studio su 46 aziende (35 food e 11 non food) sui danni che questo tipo di comunicazioni sta incidendo sui bilanci delle aziende. Sono risultate colpite 16 aziende food e 6 non food. In 2 aziende si sono verificati ben 8 casi di fake news. Gli impatti, oltrechè economici, sono di reputazione sull’azienda stessa e sui brand, ma anche penali, sociali e comportamentali.

Dice lo studio di Centromarca che le fake news riguardano contemporaneamente sia gli aspetti corporate sia quelli di prodotto e quindi le categorie merceologiche coinvolte. Da qui una complessità crescente. Quale le fake news riguardano le materie prime siamo di fronte a impatti geopolitici e strettamente politici dove non sono più le imprese concorrenti ad avvantaggiarsi in termini di fatturato e quote di mercato, ma addirittura gli Stati.

Il dibattito sulle fake news in un libro interdisciplinare

Un contributo al contrasto di questo fenomeno arriva proprio da Centromarca, l’Associazione Italiana dell’Industria di Marca, che ha pubblicato un libro dal titolo: Marca, Internet e contrasto alla disinformazione – Tutelare il brand, affrontare la crisi, quantificare il danno.

L’opera, con prefazione di Francesco Mutti, presidente di Centromarca, propone approfondimenti in materia di scenario, prevenzione e gestione della crisi, tutela legale e quantificazione del danno patrimoniale redatti da Andrea Barchiesi (ceo Reputation Manager), Paolo Buccirossi (direttore della società di consulenze Lear), Ivo Ferrario (direttore comunicazione Centromarca), Stefano Previti e Flaviano Sanzari (avvocati, Studio Previti).

«Nell’ultimo biennio abbiamo favorito la diffusione di conoscenze utili per contrastare le fake news», spiega Roberto Bucaneve, direttore di Centromarca, «lo abbiamo fatto con seminari riservati alle industrie, ai giornalisti, agli studenti universitari, alle associazioni dei consumatori e collaborando attivamente al Tavolo tecnico per la garanzia del pluralismo e della correttezza dell’informazione sulle piattaforme digitali promosso dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Il libro è un ulteriore tassello all’ampio lavoro svolto».

Centromarca, d’intesa con gli autori, ha deciso di rendere l’opera liberamente downloadabile dal suo sito (centromarca.it, scaricalo qui) per favorirne la diffusione nel mondo delle imprese, in particolare delle pmi che popolano il settore dei beni di consumo. «Una scelta», sottolinea Bucaneve, «in sintonia con l’approccio responsabile e il ruolo trainante che l’industria di marca gioca nella filiera e nel contesto economico e sociale del Paese».

“Nessuno è escluso dagli attacchi delle fake news” dice Andrea Barchiesi di Reputation Manager. Le informazioni sono state disintermediate a arrivano direttamente attraverso i social media alle singole persone. “In rete il tempo non esiste, anche una notizia vecchia è simile a una della giornata di consultazione. Viene minata l’autorevolezza dell’informazione stessa”.

Le soluzioni

Quali soluzioni si possono prendere?

“Bisogna monitorare la rete internet con le tecnologie -sottolinea Barchiesi. Il segreto è la velocità di intervento, ma è necessario che le autorità preposte creino un ente certificatore che intervenga per dire cose è o non fake news. Dobbiamo costruire delle mappe che documentino le origini delle fake news e tutto quello che è successo attraverso una certificazione.

Serve un tavolo interdisciplinare composto da esperti del settore, tecnologici, avvocati, autorità politiche, giornalisti, certificatori per fare un’efficace contrasto”. Aggiunge Stefano Previti. “Bisogna raccogliere dati macro e micro e individuare i ruoli delle piattaforme e degli hosting per emettere delle diffide. Le rettifiche sui giornali o sui siti lasciano il tempo che trovano”.

Reputation Manager ha sviluppato un sistema dedicato alle fake news unendo sistemi tecnologici e metodologie specialistiche. Questo servizio è supportato da uno strumento di web intelligence con una apposito tool, Fake Content Mitigation. Le fake news di ogni rilevazione sono certificate come tali da un apposito comitato scientifico e viene avviato un iter legale per rimuovere-deindicizzare-modificare i contenuti con una eventuale segnalazione alla Polizia Postale.

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