Dice il PoliMi che il click&collect va benone in Italia. In Cina pensano alle consegne con droni

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Febbraio 2020. Continua la diffusione su scala globale del contagio da coronavirus e i governi consigliano alla popolazione di limitare i contatti.
Tra le varie conseguenze di questi provvedimenti, si sta assistendo ad un maggior ricorso del canale eCommerce per acquistare da un lato beni esauriti sul canale tradizionale (mascherine, gel per mani) e, dall’altro, prodotti alimentari o di prima necessità, dice Samuele Fraternali, ricercatore senior dell’Osservatorio eCommerce B2c del PoliMi

In Cina, oramai alle prese da settimane con l’emergenza, si parla di una crescita esponenziale del food delivery e di cambi importanti nel comportamento di consumo di cibo e nelle procedure di consegna. Si è passati da ordini mono-pasto (in Cina, il pranzo ordinato online viene di solito consumato da soli) a ordini più consistenti (il pranzo viene consumato dalle famiglie costrette a limitare i propri spostamenti).

Il timore del contagio però ha condotto a rivedere anche la fase di consegna con l’obiettivo di limitare il contatto diretto tra cliente e fattorino. Così diverse iniziative, dalle catene di ristorazione (McDonald’s, KFC, Pizza Hut) alle piattaforme di Food Delivery (Meituan in Cina e Yogiyo in Corea del Sud) hanno optato per l’opzione di consegna “contactless” sull’uscio di casa (o in un altro luogo indicato). Parallelamente in Cina si sta lavorando anche alle consegne tramite robot, soprattutto nelle aree più a rischio: Meituan ha già avviato i veicoli autonomi a Pechino, Ele.me negli hotel in quarantena di Wenzhou, mentre Jd.com consegna così a Wuhan generi alimentari e forniture mediche.

E in Italia? Ad oggi le maggiori evidenze le abbiamo nell’hinterland milanese, tra le zone più interessate dalle ordinanze (che invitano al controllo degli spostamenti) e dalla maggiore diffusione dell’eCommerce B2c. I principali player che operano in ambito Alimentare (da Amazon Prime Now a Esselunga) hanno affrontato un’emergenza causata da un’elevata richiesta di questi servizi, con siti in tilt, per diverse ore, e fasce di consegna esaurite. Le operations, messe a dura prova dalla gestione di questo picco “straordinario” e non prevedibile, stanno però reagendo bene.

Nella situazione di emergenza che stiamo vivendo, nonostante i picchi elevati di richieste, l’eCommerce ha consentito a diversi consumatori, anche quelli appartenenti alle categorie più a rischio, di poter fruire di servizi importanti, come la consegna dei generi Alimentari e dei pasti a domicilio, senza dover uscire di casa.
Inconsapevolmente l’emergenza sanitaria potrebbe diventare quindi un volano di crescita per il futuro nell’eCommerce B2c Alimentare in Italia – comparto ad oggi tra i più arretrati con una penetrazione sugli acquisti retail intorno all’1% – facendo avvicinare al canale anche utenti non abituati all’online.

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