Dilemma: MDD o IDM? Coop vs Colussi
Quale il valore oggi della marca commerciale e della marca industriale per il consumatore?
E’ giunto il momento di rifare il punto e per farlo credo sia utile un confronto diretto.
Prendiamo i biscotti.
Da una parte Colussi e le sue Scintille – una linea da poco a scaffale – e dall’altra i biscotti Coop. Ora, le Scintille non sono una linea benessere, sono biscotti “normali”, solo con promesse salutistiche importanti. No olio di palma e soprattutto con farina poco raffinata: un concetto nuovo che svela ai consumatori l’esistenza di farina 00, 0, 1, 2 e credo anche 3.
Il concetto del poco raffinato – quindi più sano – introduce la possibilità di infinite variazione in un mondo che fino a ieri era manicheo: raffinato o integrale. Quindi un mondo di rendere più sani prodotti che non nascono con vocazione salutistica. Ben fatto!
Ora i biscotti Coop: se guardiamo la linea base, appunto è base. Ovviamente il prodotto è buono e la marca una garanzia ma non si recepiscono istanze innovative. E’ quel che è, un buon biscotto accessibile. Anche se guardiamo la linea Bene-sì di Coop, troviamo allora il biscotto con vocazione salutista che resta però nella scia di quanto la marca industriale ha già consolidato sul mercato, come l’alto contenuto di fibre. Non ci sono nuove sensibilità.
Io credo che alla fine funzioni ancora che la marca industriale deve avere la vocazione ad innovare e quando ci riesce svolge il suo ruolo: miglioramento continuo, intuizione, ingegno, sensibilità, rilevanza. Quando l’innovazione è vera, allora “wow”, l’industria si fa bella; la marca commerciale deve invece innovare il “commercio”, il che molto spesso significa rendere democratiche le tendenze che il mercato recepisce rilevanti: come dire, il “buono” per tutti, quindi le parole chiave sono competizione, inclusività, vicinanza, valore. L’industria sperimenta, l’insegna consolida. Almeno in Italia, oggi è così.
DISTINTIVITA’ 3
COERENZA 3
RILEVANZA 3
VOTO TOTALE 3